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Fatti sotto, Parker! (1963)

Seconda mia tappa nel viaggio tra le avventure del ladro e assassino Parker, nato dalla penna del ruvido scrittore Richard Stark, alter ego “duro” del più mansueto e innocuo Donald E. Westlake.

Visto che, come raccontato, iniziare la serie dal primo romanzo non ha funzionato, nel 2021, ho deciso di andare “a naso” che a quanto pare funziona meglio. Visto così che nel romanzo Flashfire (2000) si legge: «Passò un dito lungo la cicatrice violacea sul fianco sinistro di Parker, appena sopra la vita, dove era passato un proiettile sparato da un uomo di nome Auguste Menlo», mi è nata la curiosità: chi è mai questo Menlo? Scopro così che è un personaggio di un vecchio romanzo e parto alla lettura.

Passo così dal 19° romanzo della saga addirittura al 4°, “Fatti sotto, Parker!” (The Mourner, 1963), con circa quarant’anni di differenza fra i due titoli.

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Pubblicato da su aprile 25, 2024 in Recensioni

 

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Flashfire: fuoco a volontà (2000)

Certe passioni nascono all’improvviso ma soprattutto per caso, addirittura contro ogni pronostico. Così del tutto a sorpresa… mi sono invaghito di Parker, il ladro più duro in circolazione!

Da una quindicina di anni i suoi libri mi ruotano intorno senza mai aver destato in me la curiosità di leggerli, i suoi film mi sono sempre scivolati via e persino parlarne con l’amica Vasquez nel 2021 – sia in occasione del suo guest post che della nostra chiacchierata parkeriana – non è servito: quel 2021 ho provato a leggere la prima avventura del personaggio non arrivando neanche a metà. Non è scattata alcuna scintilla.

Poi lo scorso 4 aprile 2024 il canale in chiaro Nove ha mandato in onda il film del 2013 con Jason Statham, che avevo ignorato nei vari anni di repliche RAI, e nel registrarlo per pura follia collezionistica mi sono detto… perché finalmente non mi decido a recensirlo, dopo averlo ignorato per dieci anni? Per farlo devo ovviamente leggere il relativo romanzo, com’è mia abitudine nel recensire film tratti da libri, visto poi che ho la fortuna di avere la rarissima edizione italiana. E così, per puro caso e malgrado tutte le premesse, è successo. il ladro Parker mi ha… rubato il cuore!

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Pubblicato da su aprile 22, 2024 in Recensioni

 

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Suicidio occidentale (Audible 2022)

Nessuna storia horror mi ha raggelato come l’ascolto della versione in audiolibro di “Suicidio occidentale. Perché è sbagliato processare la nostra storia e cancellare i nostri valori” (Mondadori 2022) di Federico Rampini, una spietata analisi del profondo cambiamento di un mondo da parte di chi ci vive in mezzo da più di vent’anni.

L’autore confessa che nelle sue conferenze in giro per l’Europa per presentare questo libro o per raccontare quanto in esso descritto spesso non viene creduto, perché la sua visione risulta troppo estremista: il problema è che noi dell’America conosciamo solo ciò che ci raccontano film e serie TV, cioè pura finzione dichiarata, fiction e niente più. Mi piace citare sempre l’esempio degli afro-americani, che rappresentano circa il 10% della popolazione americana (lo dice il comico nero Chris Rock!) eppure dagli anni Quaranta ad oggi, grazie ad una legge apposita, sono in TUTTI i prodotti cine-televisivi esistenti, come se ci fosse un nero in ogni casa dei cinquanta Stati d’America.

Se noi crediamo che film e serie siano la verità, è chiaro che poi quando leggiamo (o ascoltiamo) questo saggio non possiamo credere a quanto racconta.

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Pubblicato da su aprile 9, 2024 in Recensioni

 

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Dürrenmatt – I fisici (Teatro 2018)

Continuando nella mia apostasia di leggere teatro in digitale – due feroci tabù violati con un gesto solo! (“Il teatro si vede solo dal vivo”, “I libri si leggono solo in cartaceo”) – ho fatto la mia prima esperienza teatrale con il celebre svizzero Friedrich Dürrenmatt. Molti anni fa avevo trovato su bancarella e letto il suo testo breve Il minotauro (1985), di cui non ricordo nulla ma credo mi fosse piaciuto, mentre questa è la mia prima esperienza teatrale: caso vuole che questa mia esperienza ha combaciato con il ritrovarmi l’autore citato dall’amico TOM (The Obsidian Mirror) nel suo splendido speciale sulla cecità.

Grazie ad Einaudi che nel 2018 l’ha riportato nella sua celebre Collezione Teatro in digitale – quindi non sono il solo apostata in giro! – mi sono gustato “I fisici” (Die Physiker, 1961) di Dürrenmatt.

La vicenda si svolge in un manicomio… pardon, in un «sanatorio privato», “Les Cerisiers” (I ciliegi), una clinica privata dalle parcelle esose gestita dalla dottoressa Mathilde von Zahnd, in cui malgrado l’ambiente di classe è appena avvenuto un omicidio. In realtà, è avvenuto il secondo omicidio, il che fa sospettare che l’ambientino non sia sofisticato come sembra.

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Pubblicato da su aprile 2, 2024 in Recensioni

 

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[Books in Movies] Kickboxer 2 (1991)

In “Kickboxer 2” (1991) di Albert Pyun, seconda avventura della saga della disgraziata famiglia degli Sloane, il maestro Xian (Dennis Chan) mentre aspetta che si svegli il suo allievo intanto si legge il n. 317 (maggio 1990) della testata a fumetti “Avengers” (Marvel), con la storia Business as Usual di John Byrne e Fabian Nicieza, con i disegni di Paul Ryan.

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Pubblicato da su marzo 27, 2024 in Books in Movies

 

[Archeo Videoteca] Un inguaribile romantico (2016)

Non sarebbe proprio “archeo”, visto che parliamo di una videoteca del 2016, ma dato il gusto retrò dell’attività commerciale direi che quella vista nel film “Un inguaribile romantico” (Hopeless, Romantic, 2016) di Farhad Mann, visto su Prime Video, è una “archeo-videoteca” honoris causa.

Un’imminente festa di rimpatriata scolastica segna la scadenza temporale di storie incrociate di un gruppo di amici e conoscenti. La principale vede Matt (Brandon W. Jones, con la voce di Andrea Beltramo) proporsi romanticamente alla fidanzata Alexis (Cassi Thomson) e ricevere un sonoro rifiuto: l’unica reazione che conosce è tuffarsi nella visione dei film romantici di cui è appassionato. Per cercare di consolarlo, l’amica Liz (Christa B. Allen, con la voce di Katia Sorrentino) lo trascina fuori casa e lo aiuta a cercare una nuova ragazza, ed inevitabilmente questo rapporto stretto fra i due finirà per avvicinarli e per farli innamorare.

Sono invece una coppia da dieci anni i loro amici Adam (Jorge Diaz, con la voce di Federico Zanandrea) e Summer (Maiara Walsh, con la voce di Camilla Gallo), sceneggiatori di professione che stanno vivendo un momento difficile della loro relazione, perché Adam non sembra decidersi al matrimonio. È invece una coppia ancora da formarsi quella di Eddie (Andy Wagner, con la voce di Diego Baldoin), amico di Matt, e la cameriera Krista (Marta Cross, con la voce di Elena Canone), amica di Liz, ma dopo qualche “balletto d’amore” i due capiranno meglio i propri sentimenti.

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Pubblicato da su marzo 20, 2024 in Uncategorized

 

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John e Joe. Un ratto che passa (Teatro 2019)

Ci sono due frasi fatte che vengono ripetute ossessivamente, in maniera fastidiosa: “i libri vanno letti in cartaceo” e “il teatro va visto dal vivo“. Io sono apostata e non credo nelle cose che “vanno fatte così perché sì”, quindi… leggo testi teatrali in digitale! E se mi dite che i libri vanno letti per forza da sdraiati, allora li leggerò in piedi!

Sono molto affezionato i libretti della collana Einaudi Teatro sin dal 1995 in cui ho scoperto, amato e venerato Aspettando Godot (1952) di Samuel Beckett, come ho già raccontato. Così quando mi capitano sotto gli occhi questi volumetti sogno sempre di trovare un altro autore che sappia affascinarmi di nuovo: per puro caso mi sono imbattuto in “John e Joe. Un ratto che passa” (1972), due testi teatrali che Einaudi porta in libreria (e in eBook) nel giugno del 2019.

L’autrice Ágota Kristóf, mi spiega Wikipedia, è una «scrittrice e drammaturga ungherese naturalizzata svizzera», ho scoperto poi essere molto famosa per Trilogia della città di K. Non so cosa mi sia scattato dentro, quale corda abbia toccato questo titolo di un’autrice che non avevo mai sentito, fatto sta che ho iniziato a sfogliarlo spinto esclusivamente da curiosità cieca… e mi sono innamorato!

Lo chiamano “teatro dell’assurdo” ma in realtà non ho mai capito cosa ci sia di assurdo: è essenzialità allo stato puro, è un modo di ridurre all’osso un concetto, essiccarlo fino a portarlo sull’orlo dell’incomprensibile e del ridicolo. Tutti noi ogni giorno diciamo e facciamo cose non necessariamente guidate da logica o consequenzialità, e se le stesse cose un attore le facesse su un palco… lo chiamerebbero “teatro dell’assurdo”.

Convogliare gesti e concetti essenziali serve a far percepire un messaggio senza usare gli strumenti della narrativa classica, e in questo non ci trovo niente di “assurdo”.

Ciò che più conta è che i protagonisti del primo testo, John e Joe, sono in pratica Vladimiro ed Estragone sotto altre vesti, come se Ágota Kristóf avesse voluto scrivere una fan fiction ispirata ad Aspettando Godot.

JOHN: Come va?

JOE: Cosa?

JOHN: Ma tutto, no.

JOE: Bene.

JOHN: Ah sí?

JOE: Sì.

JOHN: Non mi dire.

JOE: Chi, io?

JOHN: Sì, tu. Senti, Joe, tu mi esasperi!

JOE: Chi, io?

JOHN: Sì, tu.

JOE: Ti esaspero?

JOHN: Sì, mi esasperi!

JOE: Perché?

JOHN: Quando ti faccio una domanda, mi dici sempre: «chi, io?»

JOE: Chi, io?

JOHN: Visto?

JOE: Cosa?

John e Joe sono due amici le cui conversazioni non sono né profonde né proficue, esattamente come le discussioni di tutti noi, ma attraverso i loro irresistibili screzi raccontano una profonda amicizia, che conosce intoppi e carognate come ogni amicizia, ma al contrario di quanto succede di solito nella realtà… è un’amicizia che dura.

Proprio come Vladimiro ed Estragone, che usano la loro folle amicizia in attesa che arrivi Godot, qui John e Joe hanno dalla vita solamente il loro stare insieme, due poveri che devono contare i centesimi e il loro sogno più sfrenato è un bel vestito.

JOE: Tu lo conosci Sauser?

JOHN: Sauser?

JOE: Sauser.

JOHN: Sauser chi?

JOE: Sauser.

JOHN (ci pensa su): Sauser?… Sauser?…

JOE: Chi?

JOHN: Sauser.

JOE: Non lo conosco.

JOHN: Non lo conosci?

JOE: Chi, io? No.

JOHN: E allora perché mi chiedi se lo conosco?

JOE: Non lo conosci neanche tu?

JOHN: No. E cosa c’entra, ’sto Sauser?

JOE: Sauser chi?

Giuro, ho avuto discussioni molto più assurde!

John e Joe siamo noi allo stato puro, senza maschere, senza abbellimenti, senza quelle sovrastrutture che ogni giorno ci illudono che stiamo vivendo, che stiamo facendo qualcosa di utile e importante, mentre aspettiamo (inutilmente) Godot, mentre tutto ciò che rimane è il rapporto umano, quell’amicizia che i due protagonisti metteranno a dura prova ma sarà la vincitrice morale del testo.

In chiusura, non credete a chi vi dice come vadano fatte le cose: fatele e basta, come vi piacciono di più, come vi danno più soddisfazione. Diventate apostati come me… e leggete teatro in digitale!

L.

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Pubblicato da su marzo 18, 2024 in Recensioni

 

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[Pseudobiblia] L’intervista perfetta (2020)

Una replica del 10 marzo 2024 su TV8 mi permette di catturare schermate ad alta risoluzione di un film che avevo già registrato nella sua prima messa in onda, il 9 aprile 2021 sullo stesso canale, ma non avevo ancora recensito: è dunque l’occasione per parlare de “L’intervista perfetta” (Just My Type, 2020) di Paul Ziller, regista noto ai vecchi fan marziali come me perché ad inizio carriera ha firmato alcuni mitici filmacci di menare come Bloodfist IV (1992) e Sotto i colpi dell’aquila 2 (1994).

Ora Ziller si dedica al romantichello televisivo: scegliete voi se è meglio o peggio.

Vanessa Sills (Bethany Joy Lenz) è una giornalista della “Westside Lifestyle Magazine”, una di quelle incredibili riviste che probabilmente esistono solo nei film: quelle dove gli uffici sono più ricchi della Google e hanno centinaia di dipendenti, come se fossimo ancora negli anni Ottanta e qualcuno comprasse ancora le riviste di carta!

L’editore capo Peter Roth (Stephen Lobo) dice che la rivista non si limita a raccontare la cultura pop: la crea. E quindi Vanessa sta lavorando ad un esplosivo articolo… sullo yoga con le capre! Questa sì che è cultura pop…

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Pubblicato da su marzo 13, 2024 in Pseudobiblia

 

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La crisi della narrazione (2024)

Già nel 2016 ho avuto modo di conoscere e scontrarmi con Byung-Chul Han, filosofo tedesco di origine coreana con cui sono in totale disaccordo su tutto ma è fra i pochi a trattare un argomento che mi interessa molto – l’analisi dell’epoca digitale del nuovo millennio – e quindi era destino che tornassi a incontrarlo ancora.

Se il libro con cui l’ho conosciuto, Razionalità digitale (2013), era edito in Italia da una piccola casa, lo scorso febbraio 2024 è stata la Einaudi a presentare (anche in eBook e in audiolibro) La crisi della narrazione: Informazione, politica e vita quotidiana (Die Krise der Narration, 2023), con la traduzione di Armando Canzonieri.

Nella precedente occasione Byung-chul mi aveva spiegato che la Rete è centrifuga mentre la agorà, la piazza sociale che idealmente costituisce la cultura occidentale è centripeda, quindi la Rete non è democratica. In pratica mi ha detto che se votano tutti, non è democrazia, malgrado il termine derivi proprio dall’idea di votare tutti. E se non dobbiamo votare tutti, chi è che ha questo privilegio? E chi stabilisce chi ne sia degno? Ecco, Byung-chul è un filosofo che tira il sasso e poi nasconde la mano: avrà cambiato atteggiamento con questo suo nuovo saggio? (Allerta spoiler: no!)

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Pubblicato da su marzo 11, 2024 in Recensioni

 

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Ghostwriting 13. Pearl Curran

Quando l’amica Celia del blog “Le cose minime” mi ha fatto conoscere il caso di Pearl Curran ho dovuto per forza riaprire una rubrica a cui sono molto legato: Ghostwriting, storie di fantasmi scrittori e scrittori fantasma.

La storia di Pearl ha tenuto banco negli anni Venti del Novecento ma poi è subito scomparsa, limitandosi a fare capolino ogni volta che gli appassionati del paranormale avevano finito gli argomenti e bisognava andare a svuotare i magazzini del fantastico. La storia della signora Curran è pressoché inedita nella saggistica italiana mentre invece fa capolino in diversi libri americani dedicati al paranormale, ma ovviamente nessuno la racconta dando voce ai protagonisti e facendo domande “scomode”, com’è invece usanza etrusca.

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Pubblicato da su marzo 6, 2024 in Indagini

 

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