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[Pseudobiblia] L’intervista perfetta (2020)

13 Mar

Una replica del 10 marzo 2024 su TV8 mi permette di catturare schermate ad alta risoluzione di un film che avevo già registrato nella sua prima messa in onda, il 9 aprile 2021 sullo stesso canale, ma non avevo ancora recensito: è dunque l’occasione per parlare de “L’intervista perfetta” (Just My Type, 2020) di Paul Ziller, regista noto ai vecchi fan marziali come me perché ad inizio carriera ha firmato alcuni mitici filmacci di menare come Bloodfist IV (1992) e Sotto i colpi dell’aquila 2 (1994).

Ora Ziller si dedica al romantichello televisivo: scegliete voi se è meglio o peggio.

Vanessa Sills (Bethany Joy Lenz) è una giornalista della “Westside Lifestyle Magazine”, una di quelle incredibili riviste che probabilmente esistono solo nei film: quelle dove gli uffici sono più ricchi della Google e hanno centinaia di dipendenti, come se fossimo ancora negli anni Ottanta e qualcuno comprasse ancora le riviste di carta!

L’editore capo Peter Roth (Stephen Lobo) dice che la rivista non si limita a raccontare la cultura pop: la crea. E quindi Vanessa sta lavorando ad un esplosivo articolo… sullo yoga con le capre! Questa sì che è cultura pop…

Visto lo stress che una giornalista così d’assalto subisce, impegnata com’è con le capre e lo yoga, la sua amica Amber (Aleque Reid) la trascina ad un fine-settimana di tutto riposo a Thompson Lake (Washington) a casa dei suoi genitori, e Vanessa scopre che lì abita niente e popò di meno che Martin Clayborne (Brett Dalton), l’autore del bestsellerProva indiziaria” (Circustantial Evidence): grazie alla messa in onda ad alta risoluzione di TV8 possiamo leggere persino la quarta di copertina!

«Preparatevi ad un’avventura tesa che vi lascerà senza parole. Circumstantial Evidence trascina il lettore in un viaggio mai provato prima. Siate pronti.»

La cosa incredibile è che questa quarta di copertina falsa è assolutamente identica alle stupide frasi scritte sul serio nelle quarte vere!

Grazie alla mini-biografia della quarta di copertina conosciamo altre opere del romanziere, a cui poi il doppiaggio italiano ha affibbiato un titolo nostrano:

  • L’onore della prova” (Burden of Proof)
  • Il caso della rosa blu” (The Case of the Blue Rose)
  • Ombre del dubbio” (Shadows of Doubt)

Vanessa adora Clayborne, che chiama «maestro del mystery» (master of mystery), e lo considera l’ispiratore del romanzo che qualche tempo prima ha provato a scrivere.

Poi però la lettrice lascia il posto alla giornalista. Clayborne infatti da cinque anni non ha più dato notizie di sé, tanto da essere considerato una sorta di nuovo Salinger, non avendo più pubblicato nulla e rifiutando qualsiasi intervista: approfittando di trovarsi nel suo stesso paesino, Vanessa potrebbe riuscire a intervistarlo ottenendo così la promozione a capo redattrice.

Com’è facile immaginare, l’approccio di Vanessa non è dei più sottili e tornare continuamente all’attacco non convince certo il romanziere a spezzare il proprio annuale silenzio, ma comunque – senza saperlo – uno dei colpi della giornalista va a segno: il fatto che adori tutti i romanzi di Clayborne… tranne uno!

«Penso che il protagonista [di Ombre del dubbio] sia prevedibile, è il classico detective di mezza età che distrugge tutto quello a cui tiene per dedicarsi alla sua carriera, e questo viene esaltato, viene rappresentato come un eroe ma la verità è che finisce per distruggere tutto ciò che ama. Perché lui per primo non vuole restare ferito, è come se volesse stare in una zona di sicurezza…»

Una fan che trova il coraggio di criticare uno dei libri del suo idolo fa breccia nel duro cuore del romanziere, che finalmente si concede all’intervista. Dalla quale scopriamo che il suo primo romanzo, L’onore della prova, l’ha scritto in tre settimane con una macchina da scrivere d’antiquariato, solo che poi è stato rifiutato da tutte le case editrici tranne una, la quale ha sancito il successo dello scrittore.

Domanda dopo domanda, i due si avvicinano e si spingono a vicenda nell’affrontare la svolta della loro vita. Per Vanessa è decidersi finalmente a completare il suo libro, “Due sulla strada” (Two for the Road)…

… per Clayborne invece è rivelare finalmente il suo progetto segreto: mollare il mystery e firmare come Danny Boyd dei libretti per l’infanzia come “Le incredibili avventure di Audrey la Civetta” (The Awesome Adventures of Audrey the Owl).

Immagino già la contentezza della sua agente letteraria, che dai contratti milionari si passerà alle scuole di paese, con un giallista di fama nazionale che si mette a tirar fuori la civetta che è in lui.

L’aspetto letterario e librario è purtroppo del tutto secondario alla vicenda, la quale sarebbe rimasta identica se Clayborne avesse svolto qualsiasi altro mestiere, ma è sempre bello trovare “libri falsi” in questi romantichelli, e anzi stavolta abbiamo anche la copertina di una rivista falsa: il numero speciale in cui Clayborne si confessa ai lettori.

Aguzzate la vista: gli pseudobiblia sono ovunque!

L.

– Ultimi “libri falsi”

 
6 commenti

Pubblicato da su marzo 13, 2024 in Pseudobiblia

 

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6 risposte a “[Pseudobiblia] L’intervista perfetta (2020)

  1. Catia in cucina

    marzo 13, 2024 at 6:18 PM

    Che meraviglia 🤩

    Senti Lucio, e se ci mettessimo a scrivere anche noi libri per bambini? A quattro mani io e te eh! 🤩 Questo film mi ha ispirata! 😄

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    • Lucius Etruscus

      marzo 13, 2024 at 6:25 PM

      Stando ai romantichelli televisivi c’è un mercato sterminato per i libretti per bambini, in America, roba da venti pagine con illustrazioni ed è subito bestseller!!! Ormai scrivere romanzi gialli è roba vecchia, si buttano tutti sulla narrativa per infanti 😀
      Dubito che in Italia funzioni alla stessa maniera…

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      • Catia in cucina

        marzo 14, 2024 at 1:50 PM

        Eh ma era un commento ironico 😄😄😄

        Su cosa poi funzioni in Italia potremmo disquisire a lungo…

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      • Lucius Etruscus

        marzo 14, 2024 at 4:17 PM

        Era appunto per dire che noi ci scherziamo, ma gli americani invece lo prendono sul serio! 😀
        Per il nostro libro potremmo parlare di un simpatico animaletto che vuole vivere la propria vita da animaletto e non essere seccato da scrittori pucciosi e coccolosi 😀 Troppo metanarrativo? ^_^

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  2. Madame Verdurin

    marzo 14, 2024 at 1:23 PM

    Dalla locandina avevo letto “Just my Typo” e pensavo che uno dei due innamorandi fosse il correttore di bozze dell’altro!

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    • Lucius Etruscus

      marzo 14, 2024 at 1:31 PM

      In realtà penso che l’effetto sia voluto, visto poi che il romanziere scrive mediante una “macchina da scrivere” (typewriter): adoro la propensione inglese a creare giochi di parole per tutti i titoli 😛

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