Zigomar nel 1909:
illustrazione di Leonetto Cappiello
Proseguendo il viaggio nelle rarissime edizioni italiane del pulp d’annata – o feuilleton che dir si voglia – incontriamo un Signore del Male, un personaggio negativo molto noto all’epoca e che anticipa di dieci anni la Z di Zorro: come lui, infatti, lascia una lettera a firma delle malefatte.
Già ho parlato di come Léon Sazie abbia creato il personaggio nella guerra dei giornali al successo di Arsène Lupin, ma ecco come il quotidiano “La Stampa” il 6 gennaio 1911 presenta il personaggio:
Zigomar? Chi è costui? Sarebbe assai difficile dirlo con esattezza. E’ il capo sempre invisibile ma pur presente sempre di una banda perfettamente organizzata, che geetta il terrore a Parigi: è l’uomo misterioso che uccide, che assassina per la vendetta ed il furto e lascia immancabilmente dietro di sè un segno tracciato col sangue: una Z che è la sua sigla terribile.
Nessuno, neppure fra i suoi accoliti, sa chi sia veramente.
Zigomar getta il terrore ove passa: il terrore e la morte e invano la Polizia gli dà una caccia spietata.
Invero un uomo solo ha osato affrontare l’aspra lotta con l’audacissimo bandito, un uomo dall’intelligenza viva, scintillante e dai muscoli d’acciaio temprato: Paolino Broquet.
E’ questi il principe dei poliziotti: la sua indagine acuta è il frutto della logica e della ponderazione e genera arditissimi colpi.
Zigomar tuttavia sa opporre resistenza ad un rivale pur tanto terribile ed il tremendo duello si svolge attraverso una serie di drammatiche vicende che suscitano talvolta una commozione indicibile. Allorquando pare che il misterioso e sanguinario bandito già trionfi, Paolino Broquet che può gridare invece la sua vittoria; ma – ahimè! – vittoria effimera, pagata subito dopo col rischio della propria vita e con le più atroci torture.
Ma il principe dei poliziotti moderni – in cospetto del quale Sherlock Holmes e Nik Carter sono dei novellini – non conosce la sfiducia. Una sconfitta lo agguerrisce meglio; le ferite gli rinnovano il vigore dei muscoli.
Zigomar sa tutto ciò e tenta, in un agguato sapientemente preparato, il colpo supremo contro Paolino Broquet: il poliziotto deve morire, deve saltare in aria col petto squarciato da una cartuccia di dinamite.
E’ a questo punto che una nuova figura si delinea nel quadro: la donna dai capelli rossi, misteriosa anch’essa come Zigomar e più di lui forse potente.
Zigomar dunque, il romanzo suggestivo di Lèon Sazie, è destinato ad avere il più largo successo presso i nostri lettori. Ne inizieremo la pubblicazione domenica prossima, certi di fare ad essi cosa grata.
Pochi romanzi d’appendice, scritti con intenti di modernità, hanno come questo un’azione serrata, rapida, incalzante e tale da suscitare la curiosità più viva e la commozione più intensa.
Malgrado questa entusiastica presentazione, Zigomar è sempre stato totalmente ignorato dall’editoria italiana, che non ha mai pubblicato in volume una sola riga delle sue molte avventure.
Quelli che presento sono i primi due capitoli del romanzo, uscito originariamente su “Le Matin” dal 7 dicembre 1909 al 30 gennaio 1910 e tradotto in italiano sul quotidiano “La Stampa” dal 7 gennaio al 25 febbraio 1911. Questo testo non risulta mai più apparso in Italia prima d’ora.
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