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Il dono di Barbato (Audible 2023)

29 Apr

Il MACC (Motore ad Alta Coincidenza Cinematografica) non mi molla mai, perciò proprio mentre ho ripreso sull’altro mio blog (“Il Zinefilo”) il ciclo sui “corpi dissacrati“, mio padre mi chiama e mi dice che ha trovato un romanzo bellissimo che devo assolutamente leggere: secondo voi posso credere alla coincidenza di un libro che ripropone oggi un grande tema che ho più volte citato nei miei viaggi sui corpi a pezzi?

Non so se Paola Barbato l’abbia voluto omaggiare apposta o sia un incredibile caso di “coincidenza narrativa”, ma il suo ottimo romanzo “Il dono” (Piemme 2023) – che ho ascoltato in edizione Audible – è chiaramente una reinterpretazione “giallo-italiana” di “Pezzi d’uomo scelti” (…Et mon tout est un homme, 1965) della geniale coppia letteraria Pierre Boileau – Thomas Narcejac.

L’ispettrice Flavia Mariani si trova davanti un caso aperto e chiuso: un uomo ha ucciso i propri anziani genitori in un raptus di lucida violenza, non cerca di inventarsi storie, ammette la propria colpa ed è pronto ad espiarla. Caso chiuso. Perché allora l’ispettrice continua ad indagare? Perché c’è qualcosa di strano, qualcosa che le fischia nelle orecchie: il colpevole è lucido, vero, ma come movente fornisce una spiegazione chiaramente fuori di testa. L’uomo infatti ha da poco subìto un trapianto di cuore… ed è stato il suo nuovo cuore ad incitarlo all’omicidio.

Di storie matte la Mariani ne ha sentite tante, ogni poliziotto è abituato al fatto che i colpevoli si inventano le peggio assurdità per auto-discolparsi, ma basta una velocissima indagine per scoprire qualcosa che l’ispettrice non può ignorare, qualcosa che cambia tutto e le impedisce di chiudere il caso.

L’assassino ha ricevuto “in dono” il cuore di Valerio Felici, uno dei più feroci assassini seriali italiani.

Quanto tempo passerà prima che gli altri organi di Felici incitino i relativi nuovi possessori alla furia omicida? Quanto passerà prima che i sette che hanno ricevuto “il dono” si trasformino in altrettanti potenziali assassini seriali? Oppure la Mariani sta esagerando nei sospetti?

Come dicevo, lo spunto è troppo identico a Pezzi d’uomo scelti perché non sia un omaggio dell’autrice a un classico francese della narrativa dei “corpi dissacrati”, un testo che a sua volta era fortemente debitori del “padre” di tutti: “Le mani di Orlac” (1920) di Maurice Renard.

È chiaro che il Valerio Felici della Barbato è il Vasseur di Renard, cioè lo spietato assassino che dopo la morte torna a riscuotere  le parti del corpo che gli sono state prelevate: le mani nella versione di Renard, sette parti del corpo nella versione di Boileau-Narcejac.

Paola Barbato inchioda subito il lettore sia con una tematica scabrosa ma soprattutto con una narrazione coinvolgente, e lo testimonia il fatto che il mio “blocco del lettore” di solito scatta subito quando arrivano troppe descrizioni non funzionali alla trama, invece anche durante le descrizioni delle “sette anime” – per dirla come il film del 2008 di Gabriele Muccino, che racconta la stessa storia ma al contrario – sono rimasto incantato dalla capacità dell’autrice di presentare i personaggi, rendendoceli reali e palpitanti.

La parte da leone la fa l’idea dei sette organi che prendono possesso dei rispettivi ospiti, tanto che i personaggi non vengono neanche chiamati per nome ma solo per organo: Cuore, Polmoni, Occhi, Pancreas, Rene sinistro, Rene Destro, Fegato, questi i nomi delle “sette anime” che hanno ricevuto un dono dal Vasseur di turno, per poi scoprire che ora – come le mani di Orlac – si ritrovano inglobata parte di un’anima malvagia e omicida. Il male di Valeri passa alla carne e dalla carne va in dono al nuovo ospite.

Tredici ore di ascolto appassionante con la splendida voce del bravissimo Valerio Amoruso, che mi ha fatto compagnia per tanti viaggi in ufficio, cioè la parte più sgradevole della mia giornata. Per giorni addirittura mi dispiaceva essere arrivato a destinazione perché significava interrompere l’ascolto!

Di nuovo, quanto la Barbato si è volutamente rifatta a Boileau-Narcejac e quanto devo credere a pura coincidenza? Specifico che sto parlando solo dello spunto iniziale, perché poi la storia è completamente diversa: per questo mi piace pensare che l’autrice senta anche lei il grande fascino dei “corpi dissacrati” e abbia voluto omaggiare questo classico francese (ignoto in Italia come qualsiasi giallo che non sia firmato da Agatha Christie) per elaborare una sua personale versione dell’eterno agire di Vasseur, anima nera che ricorda a tutti che anche la malvagità… può farsi carne.

L.

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4 commenti

Pubblicato da su aprile 29, 2024 in Recensioni

 

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4 risposte a “Il dono di Barbato (Audible 2023)

  1. Moreno Pavanello

    aprile 29, 2024 at 11:05 am

    Interessante. Di certo niente di originale, i trapianti di pezzi di gente che sarebbe meglio bruciare direttamente sono un classico come ben hai raccontato nei tuoi speciali sul zinefilo, ma se è scritto bene può valere la pena. A giudicare dalla copertina, mi sembra uno di quei casi in cui un romanzo horror viene venduto come thriller per raggiungere un pubblico più vasto.

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    • Lucius Etruscus

      aprile 29, 2024 at 11:23 am

      Tecnicamente non è un horror, anzi addirittura lo chiamerei un normalissimo giallo, visto che protagonista è una tutrice dell’ordine che indaga, però la tematica è scabrosa e l’autrice sa evocare idee truculente anche se in realtà poi non le usa in modo tale da chiamare horror il romanzo.
      I singoli trapianti sono un tema già utilizzato, anche se molto meno di quanto si pensi, ma una storia che racconti di ben sette organi “donati” a persone che ora sospettano di aver preso le doti maligne del Vasseur di turno è qualcosa di molto raro, per questo è difficile pensare a una semplice casualità.
      Se ti capita, è un romanzo che ti consiglio, ma è anche vero che sono di parte 😉

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  2. Vasquez

    aprile 29, 2024 at 12:22 PM

    Fino a adesso l’ascolto sta procedendo liscio come l’olio. Come autrice di Dylan Dog, la Barbato ha sempre messo parecchia carne al fuoco, e qui non si smentisce, di carne ce n’è parecchia 😛 Sono al punto in cui parla il Pancreas, infilato a forza nel corpo della ragazzetta viziata che mi ha fatto pensare a Sharon Zampetti de “I ragazzi della 3^ C”. Se per te non è sopraggiunto il blocco del lettore, per me non è ancora sopraggiunto il blocco dell’ascoltatore: non mi è ancora venuta voglia di mollare l’ascolto e gettarmi sulla pagina scritta per andare avanti alla mia velocità, il che va a favore dell’autrice (e della voce del narratore ovviamente).
    Ho una mezza idea che il tutto potrebbe andare a finire come per il tuo Madian, ma lo stesso voglio sapere come va a finire. Grazie ancora per il consiglio 😉

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    • Lucius Etruscus

      aprile 29, 2024 at 1:05 PM

      Contentissimo che lo stai ascoltando e sono curioso di sapere che ne pensi. E ovviamente arrossisco al paragone col mio Madian ^_^
      Forse si poteva sforbiciare qualche passaggio, però in definitiva mi è piaciuto così, anche se poi nel caso ci faremo una chiacchierata sul finale, che per me poteva essere migliorato.

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