La rubrica MGE (Musica per Giovani Etruschi) racconta della mia formazione musicale giovanile mediante i mitici videoclip dell’altrettanto mitico canale noto come Videomusic. I giovani alla lettura sono avvertiti: si parla dei veri anni Ottanta, quelli cari a noi stagionati!
A rischio di essere accusato ingiustamente di putinismo mi piace ricordare questa canzone di un mondo lontano, così lontano che purtroppo ha fatto il giro e sta tornando.
Per i giovani all’ascolto, è esistito un tempo oscuro chiamato Guerra fredda, in cui le due grandi potenze americane e russe si odiavano, si riempivano di armi nucleari e si minacciavano distruzione a vicenda: per fortuna quei tempi sono lontani, vero?
In quel periodo oscuro, il newyorkese Billy Joel – che magari i giovani non sanno essere stato una grande popkstar del suo tempo – andò a fare un concerto a Mosca: detta così sembra una cosa ovvia, ma nel 1987 che un americano suonasse nel cuore dell’Impero del Male era una roba grossa, davvero grossa. E cosa vuoi cantare a Mosca? Quale canzone occidentale parla dei russi? Il Casatchok (1969) di Dalida? Mmm, no, meglio “Back in the U.S.S.R.” (1969) dei Beatles.
Sempre per i giovani all’ascolto, USSR era la versione americana (Union of Soviet Socialist Republics) di quella che noi chiamavamo URSS (Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche) e che i sovietici chiamavano CCCP (Союз Советских Социалистических Республик).
Quel 1987 io non avevo idea di chi fosse Billy Joel ma il videoclip che VideoMusic mandava in onda spaccava di brutto: aveva un ritmo trascinante e un montaggio serrato mostrava BIlly tarantolato che zompettava di qua e di là, mostrando varie scene dal suo tour sovietico. Di nuovo, non era assolutamente una cosa normale vedere un americano guerrafondaio nella terra dei Soviet.
Noi moderni, che viviamo nella Cancel Culture e se qualcosa ci dà un minimo fastidio la cancelliamo e facciamo finta che non esista, possiamo non capire l’importanza invece di prendere atto di una situazione e invece di fingere che non esista cercare di creare ponti fra realtà diverse, e culture diverse. Non a caso il tour di Joel si chiamava The Bridge to Russia.
Altro che “ponte”: Billy sul palco faceva il passo dell’oca militare davanti ai russi… e i russi muti!
Il videoclip ha girato parecchio all’epoca ed era sempre una bella sferzata di energia. Chissà se oggi qualche giovane popstar andrà a Mosca a fare da ponte fra due culture tornate di nuovo in pieno Equilibrio del Terrore, come si diceva all’epoca.
L.
– Ultimi ricordi musicali:
- [MGE] Eric Clapton, “It’s in the Way That You Use It” (1986)
- [MGE] Kool Moe Dee, “No Respect” (1988)
- [MGE] Bruce Willis, “Save the Last Dance For Me” (1989)
- [MGE] Billy Joel, “Back in USSR” (1987)
- [MGE] Mano Negra, “King of Bongo” (1991)
- [MGE] Les Tzars, “Indochine” (1987)
- [MGE] George Michael, “Father Figure” (1987)
- [MGE] “Sign Your Name” (1987)
- [MGE] Laid Back, “Bakerman” (1989)
- [MGE] Bee Gees, “You Win Again” (1987)
Vasquez
giugno 22, 2022 at 10:27 am
Sarebbe bello poter vedere di nuovo un concerto in Russia con le bandiere americane sventolanti, ahimè non credo che noi lo ricorderemo…
La versione dei Beatles l’ho beccata in radio qualche giorno fa 😊
P.S. Che bello che hai messo Dalida, è sempre un piacere risentirla
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Lucius Etruscus
giugno 22, 2022 at 10:48 am
Credo che mia madre registrò quella canzone di Dalida in italiano su musicassetta, perché da bambino l’ho sentita un sacco di volte. Essendo i miei appassionati di Unione Sovietica quela canzone aveva un fascino in più 😛
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