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[MGE] Mano Negra, “King of Bongo” (1991)

15 Giu

La rubrica MGE (Musica per Giovani Etruschi) racconta della mia formazione musicale giovanile mediante i mitici videoclip dell’altrettanto mitico canale noto come Videomusic. I giovani alla lettura sono avvertiti: si parla dei veri anni Ottanta, quelli cari a noi stagionati!


A proposito di videoclip meno modaioli e con più impegno sociale, dopo Indochine non posso non parlare di “King of Bongo“, presentato nel 1991 da quei Mano Negra che si erano fatti conoscere con quella bomba di King Kong Five (1989): eravamo tutti rimasti a bocca aperta dall’impossibilità di catalogare la loro musica, e quel ritmo ci ronzava nelle teste come recitava l’irresistibile ritornello. (Now, listen to the beat, beat of the song, song / Go buzzing in my head, head like a bum dum)

Per capire il successo di quel gruppo di ribelli francesi che usava il nome di un’organizzazione anarchica spagnola, King Kong Five la trovai a sorpresa nella commediola romantica Tutto può accadere (Career Opportunities, 1991) con Frank Whaley e Jennifer Connelly. Per i più giovani, Whaley era un divo di belle speranze dell’epoca, anche se poco fortunato.
Se una patinatissima commediola americana usa una canzone dei Mano Negra, vuol dire che hanno sfondato di brutto.

Ci sarà tempo perché il cantante del gruppo, Manu Chao, sopravviva ai Mano Negra e si presenti poi in solitaria riadattando King of Bongo in quel mitico album Clandestino (1998); ci sarà tempo perché addirittura Robbie Williams riadatti quel brano, nel 2006: sono tutte canzoni che mi sono piaciute ma che però sono solo semplici sudditi del Re. E nella giungla c’è solo un Re del bongo.

Ogni mattina, in Africa, un Re si sveglia e sa che dovrà suonare il bongo più forte di tutti quelli che gli invidiano il posto…

Scherzi a parte, protagonista della canzone è il re del bongo, figlio del Re del Congo e della regina del Mambo, e questa sua abilità musicale è invidiata da tutte le scimmie: non è chiaro se sia una connotazione razzista o se davvero i nostri cugini primati ambiscano a suonare il bongo come il protagonista, ma era il 1991, altri tempi…

Il re del bongo sente arrivare rumori molesti dalla grande città e decide di portare anche lì la sua musica per essere adorato anche da quelle genti, scoprendo che invece lì preferiscono generi musicali insopportabili – tipo la house – e d’un tratto il nostro eroe scopre la relatività: nella giungla, fra le scimmie, era il re; nella città è solo un pagliaccio irriso da tutti. Anzi, è chiamato “scimmia” pure lui, essendo chiaro che non si dovrebbe mai dare epiteti, visto quanto fa male poi riceverne.

Umiliato, il nostro re del bongo decide di tornare nella giungla, dove tutti lo adorano e lo invidiano: per dirla con Milton, meglio regnare all’inferno che servire in Paradiso.

Questa canzone sul difficile rapporto fra società diverse e soprattutto su un “selvaggio” che si trova male con la nostra “civiltà”, esce nel 1991… e guarda caso nel 1994 Christian De Sica presenta la sua “Bongo Bongo Bongo“: di cosa parlerà mai questa canzone? Guarda a volte la coincidenza, di un “selvaggio” che alle offerte di venirsene in città risponde “Bongo Bong Bongo, stare bene solo al Congo”, con tanto di De Sica pittato di nero e con l’anello al naso: che classe!

Visto però che il brano è la reinterpretazione moderna (e, potete non crederci, “ripulita”) del brano omonimo del 1947 di Nilla Pizzi e Luciano Benevene, pieno di espressioni pittoresche oggi passibili di denuncia, c’è da chiedersi se invece non siano i Mano Negra ad essersi lasciati ispirare dalla canzone italiana politicamente scorretta, visto poi che ancora in tempi recenti l’espressione “Bingo Bongo” in italiano indica un extracomunitario “abbronzato”.

Fate “ciao” a Manu Chao

Nel 1991 ignoravo il testo della canzone, a cui mi dedicherò solo nel 1998 con il ritorno in scena di Manu Chao, ma già da ragazzo trovavo irresistibile il ritmo trascinante della canzone, con il suo videoclip scalmanato.

L.

– Ultimi ricordi musicali:

 
4 commenti

Pubblicato da su giugno 15, 2022 in Uncategorized

 

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4 risposte a “[MGE] Mano Negra, “King of Bongo” (1991)

  1. Vasquez

    giugno 15, 2022 at 10:52 am

    Che infilatona di bonghi 😀
    Non posso dire di ricordarli tutti (quello di Nilla Pizzi poi!), e vorrei poter dire che la mia preferita è quella Robbie Williams (ho un debole per l’ex Take That…) ma il “pong” di quella di Manu Chao m’ipnotizzò da subito, e anche a risentirla adesso il suo effetto non è cambiato.
    Complimenti per questo ripescaggio 😉

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    • Lucius Etruscus

      giugno 15, 2022 at 10:58 am

      Quella di Robbie campeggia ancora nelle mie raccolte di mp3 “da macchina”, quindi non posso che essere d’accordo ^^
      Ma i Mano Negra mi hanno contagiato da ragazzo e quel bongo originale mi ronza nella testa come… un King Kong Five ^
      ^

      Piace a 1 persona

       
  2. Sam Simon

    giugno 16, 2022 at 9:15 am

    Bellissimo pezzo sui grandissimi Mano Negra, io ricordo il King of the Bongo del solo Mau Chao come colonna sonora fissa di un lungo periodo al tempo… Di sicuro non mi aspettavo di trovarci collegamenti a Nilla Pizzi e Cristian De Sica, però… ci stanno tutti!

    Piace a 1 persona

     

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