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[Pseudobiblia] Biancaneve e i sette nani (1937)

15 Gen

I Beatles lo sapevano, si può fare tutto “con un po’ d’aiuto dai miei amici”, così quando Claudio Capriolo di “Cap’s Blog“, che sono onorato venga a leggermi, mi ha fatto notare che Pomi d’ottone e manici di scopa (1971) non era certo il primo film Disney a mostrare uno pseudobiblion, e che anche la decana Biancaneve aveva il suo bel “libro falso”, mi sono precipitato a bussare alla porta di Federico del canale YouTube Passoridotto: ce per caso ti avanza una pellicola italiana d’epoca di Biancaneve?
Federico è un appassionato collezionista che ho conosciuto grazie ad Evit di “Doppiaggi italioti” che mi ha fatto scoprire quanto l’Italia abbia perso con l’avvento del digitale: quasi cento anni di arte della distribuzione italiana sono persi per sempre, ma per fortuna ci sono collezionisti che amano conservarne tracce. Quindi non mi ha stupito la risposta di Federico: certo che ho la pellicola italiana d’annata di Biancaneve!

Perché mai ho posto quella domanda? Semplicemente perché proprio frequentando Evit e i suoi lettori ho scoperto – in realtà ricordato una nozione dimenticata – che per decenni la distribuzione italiana ricreava in italiano le scritte inglesi che apparivano nei film. Non è stato certo facile portare in Italia Via col vento (1939) o Il sospetto (1941) e riscrivere a mano tutti i telegrammi, i biglietti del treno e le lettere mostrate nei film: con Biancaneve e i sette nani (1937) c’era da scrivere non solo il titolo…

Il titolo italiano perduto, se non fosse per i collezionisti

… e l’introduzione…

Tutto il fascino di “C’era una volta…”

… ma anche i nomi dei nani da scrivere sui letti!

Incredibile… pure i nomi sui letti!

Ci sarà tempo più avanti per parlare delle varie edizioni uscite in Italia del celebre film Disney – dal 2014 distribuito anche in Blu-ray – ciò che qui mi preme è mostrare com’è stato reso in italiano lo pseudobiblion consultato dalla Regina cattiva.

Trasferiamoci nell’antro magico della Regina cattiva

Non reputando sufficiente limitarsi semplicemente ad indossare una maschera, la Regina cattiva decide di fare su se stessa un incantesimo per diventare ciò che in realtà teme di più: una vecchia rugosa. Chissà cosa penserebbe Freud di una donna ossessionata dalla bellezza che vi rinuncia spontaneamente per impedire ad un’altra di essere bella par suo.
Comunque per l’insano proposito servirebbe proprio un bel libro di magia: ce solo l’imbarazzo della scelta!

Non si legge bene, ma i titoli sono tutti tradotti in italiano

La Regina inizia a sfogliare “Disguises“, letteralmente “travestimenti” ma non riesco a leggere la traduzione italiana, data l’epoca non mi stupirebbe trovare “Mascheramenti”. Comunque la bieca regnante si assicura di mostrare all’obiettivo quei famosi “simboli satanici disneyani” che hanno fatto impazzire i cospiratori.

Sarà mica pubblicità occulta?

Finalmente la Regina trova l’incantesimo per diventare vecchia e brutta, e poi quello per mandare in coma Biancaneve: La Mela Stregata.

Che sia pubblicità occulta alla Apple ante litteram?

Purtroppo non sappiamo altro di questo libro se non che raccoglie incantesimi per ipovedenti, visto che tre semplici righe occupano mezza pagina!

Il resto della storia del film la sapete: è quella che crea il falso mito della felicità coniugale…

Un mito antico, che ha creato solo tanta sofferenza

Per finire, e per ringraziare Federico della sua fenomenale opera di conservazione, ecco dal suo canale i filmati della pellicola italiana del 1938 (ristampata in 16mm nel 1953) di Biancaneve.

L.

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10 commenti

Pubblicato da su gennaio 15, 2020 in Pseudobiblia

 

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10 risposte a “[Pseudobiblia] Biancaneve e i sette nani (1937)

  1. Claudio Capriolo

    gennaio 15, 2020 at 9:29 am

    A proposito di Biancaneve e i sette nani, un’altra curiosità riguarda la giovane donna che nel 1935 fu scelta personalmente da Walt Disney per dare voce alla protagonista: si tratta dell’allora diciannovenne Adriana Caselotti, nata a Bridgeport (Ct) da genitori italiani, in una famiglia interamente dedita alla musica (fra l’altro, la sorella Louise fu una delle insegnanti di canto di Maria Callas).

    Grazie per la citazione 🙂

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    • Lucius Etruscus

      gennaio 15, 2020 at 9:32 am

      Grazie a te per avermi ricordato il film e sappi che il viaggio non si fermerà qui: la ricostruzione di Biancaneve in Italia si è dimostrata molto più intrigante e piena di ghiottonerie 😛
      Seguiranno approfondimenti…

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  2. Conte Gracula

    gennaio 15, 2020 at 10:50 am

    Mi ricordo di questa tendenza di adattare le scritte nei film (la Mediaset ha continuato a farlo fino al 2000 e dintorni coi cartoni giapponesi e mi pare che coi film Disney capiti ancora, pur senza rifare daccapo i fotogrammi – immagino che un giro di computer direttamente dalla fonte aiuti a velocizzare il processo).

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    • Lucius Etruscus

      gennaio 15, 2020 at 11:23 am

      Che io sappia è una abitudine dismessa parecchi decenni fa, quando la RAI negli anni ’70 doppiava tutti i grandi classici inediti non scriveva manco il titolo in italiano! Forse Mediaset avrà replicato roba vecchia, perché al massimo scrive a mano il titolo del film: che rielabori scene interne perché le scritte appaiano tradotte che io sappia non la più nessuno fino all’anno scorso… quando Joker scrive in italiano sul suo quaderno, in un guizzo di localizzazione che la Warner ha sfoggiato.
      Sicuramente i film e cartoni fatti al computer dovrebbero essere più facili da localizzare, non sono più i tempi in cui Kubrick girava tante con scritte in primo piano quante lingue queste dovevano avere, ma nei DVD e Blu-ray grasso che cola se c’è l’audio italiano, figuriamoci la localizzazione! E in TV di solito buttano lì un sottotitolo e via…
      Se però incontri casi di scritte localizzate fammi sapere 😉

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      • Conte Gracula

        gennaio 15, 2020 at 11:34 am

        Coi cartoni giapponesi, rei di mostrare ideogrammi pagani, o si ingrandiva il fotogramma per escludere le scritte, o si tagliava il fotogramma, o lo si passava al Paint (presumo, dato l’effetto da “mio cuggino fa l’acher”) per coprire le scritte e tradurle.
        Tutto nel periodo di gestione di Alessandra Valeri Manera, che negli anni che furono era percepita un po’ come il nemico pubblico numero 1 dagli appassionati.

        Nella seconda metà degli anni ’90 e poco dopo, quando iniziarono a diffondersi in Italia i manga, non era nemmeno troppo raro che editori italiani e produttori di fanzine elaborassero dei dossier con tutte le modifiche apportate e tra queste c’era puntualmente l’omissione o la traduzione a video di insegne di negozi e simili.

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      • Lucius Etruscus

        gennaio 15, 2020 at 11:40 am

        Però in quei casi siamo in zona “Bar Boe” scritto a mano su centinaia di episodi dei Simpson: quelle non le considero modifiche, sono solo scarabocchi fatti dall’emittente.
        Biancaneve e gli altri film degli anni Quaranta presenta scritte italiane perfettamente integrate nel fotogramma, così Via col vento aveva lettere e telegrammi riscritti in Italia in scene girate appositamente per inquadrarle. Quel tipo di enorme lavoro di alta qualità è perso per sempre.
        Le scrittine sui cartoni sono roba fatta al volo (e male) che paragono ai sottotitoli che traducono le scritte nei film, tipo “President” con “Presidente” 😀

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  3. Evit

    gennaio 16, 2020 at 8:10 PM

    “incantesimi per ipovedenti” LOL!
    Splendida panoramica dei libri, grazie a tutti quelli che lo hanno reso possibile.

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  4. Kuku

    gennaio 17, 2020 at 11:39 PM

    questa cosa non l’avevo mai notata. Mi sembra di ricordare le introduzioni della Spada nella roccia o forse della Bella Addormentata che erano localizzate (mi sembra, ma chissà), ma addirittura i nomi dei nani sui letti! E i libri! Non pensavo che i film Disney dell’epoca fossero localizzati così! Bellissimo!

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    • Lucius Etruscus

      gennaio 17, 2020 at 11:53 PM

      Capisci che è davvero un peccato aver perso tutto per sempre, se non fosse per collezionisti appassionati.

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