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[Pseudobiblia] Death She Wrote (2021)

29 Feb

Finalmente TV8 ha completato il suo ciclo di cinque mesi, ripeto, cinque mesi di filmetti romantichelli natalizi mandati in onda a gruppi di cinque al giorno, ripeto, cinque al giorno, ed è tornata a proporre anche dei thrillerini: uno al giorno, circondato da quattro romantichelli, ma è sempre meglio di niente.

Lo scorso lunedì 26 febbraio 2024 TV ha mandato in onda in prima visione “L’incubo di Lila” (Death She Wrote, 2021) di Sharon Lewis, una produzione drammaticamente infima che l’emittente avrà raccolto in qualche cestone dell’Autogrill, ma almeno torna in TV un tema rarissimo, quello cioè che parla di scrittori, libri e lettori (pazzerelli). Tanti film romantici parlano di autrici, ma nel campo dei thrillerini il tema è molto più raro.

Per inciso, apprezzo molto il delizioso gioco di parole del titolo originale, che con Death She Wrote strizza l’occhio a Murder, She Wrote, decana di ogni giallo televisivo.

La vicenda si apre con l’autrice Lila DeMarco (Samora Smallwood, con la voce di Emilia Costa) che legge un estratto “appassionante” (per modo di dire) dal suo nuovo romanzo: “Driven to Kill” (che sembra un film con Steven Seagal!)

«E fu allora che capii, era sempre stato davanti al suo volto per tutto il tempo. Sergei non era solo un autista dalla gran parlantina, e non era stato di certo assegnato a lei per puro caso: lui nascondeva qualcosa di oscuro, una sociopatia che aveva sollevato la testa come un serpente e che l’aveva intrappolata nell’auto in movimento. E mentre Zadie veniva allontanata sempre più dalla città, lei sapeva di trovarsi nei guai. Quel genere di guai che le erano così familiari, quel genere di guai dal quale lei poteva tirarsi fuori.»

Ammazza che narrazione mozzafiato!

Comunque “La strada per la morte” (questo il titolo italiano del libro, messo in sovrimpressione da TV8), un nuovo mistero per l’eroina Zadie Hurston, piace da morire a Mary Malone (Paula Brancati, con la voce di Silvia Barone), la fan numero uno della scrittrice con chiara tendenza alla psicopatologia spinta.

Ciao, sono una fan schizzata che vorrebbe ucciderti: diventiamo amiche?

Avendo la sguardo tipico di chi colleziona orecchie umane, Mary diventa con facilità l’assistente personale della scrittrice: com’è facile immaginare, essendo uno spunto ampiamente sfruttato dai thrillerini, Mary comincia a prendere il controllo della vita della DeMarco, e con la scusa di aiutarla in realtà le tesse intorno una ragnatela di inganni.

Do per scontato che la sceneggiatrice del film, Lisa Di Trolio, abbia voluto omaggiare Mysery (1987) di Stephen King, perché anche la nostra Mary – come l’Annie Wilkes kinghiana – è ossessionata da Zadie Hurston, la protagonista dei romanzi di DeMarco: quale sarà il destino del personaggio? Cosa ha pensato la romanziera per salvarla dalla situazione in cui l’ha lasciata nell’ultima avventura?

Quando la DeMarco rivela a Mary che sta pensando di mettere in panchina per un po’ Zadie, così da dedicarsi a un progetto che le piace di più – cioè un’autobiografia – la nostra assistente pazzerella perde quel poco di testa che le era rimasta e comincia a tirare i fili del suo inganno, mentre intanto si accumulano fuori la porta i cadaveri di quelli che potevano mettere in guardia la DeMarco sulla vera natura della psicopatica Mary.

Tranquilla, c’è qui la tua Annie Wilkes a prendersi cura di te e dei tuoi libri

Cominciando ad ammazzare tutti quelli che potrebbero ostacolarla o smascherarla agli occhi della scrittrice, Mary è intenzionata scrivere lei la nuova avventura di Zadie Hurston, fatta per bene, che possa soddisfare anche il fan più sfegatato. Un nuovo libro in cui Zadie si vendichi di abbia cercato di cancellarla.

«Cadde sul pavimento del bagno, il suo corpo diventava freddo. Giacque lì per terra per ore ed ore, finché non finì di sanguinare dal cranio.»

Te la scrivo io Zadie!

Lo spunto del film è molto intrigante e controverso, non essendosi mai risolto l’antico dilemma su chi sia il vero “possessore” di un romanzo: chi lo scrive o chi lo legge, ama, paga e quindi sovvenziona l’autore? Uno scrittore ha il diritto di scontentare i propri fan, cioè chi gli paga lo stipendio, per inseguire proprie egoistiche velleità artistiche? La scrittrice di questa storia vuole scrivere un’autobiografia che è l’apoteosi dell’onanismo pubblico, e sicuramente venderà ma solo ed esclusivamente perché è un libro dell’autrice di Zadie Hurston, non perché freghi qualcosa a qualcuno della vita di Lila DeMarco.

Ogni autore ha dovuto affrontare la questione, se cioè scrivere ciò che si vuole o ciò che vogliono i lettori – e raramente le due cose combaciano – e più l’autore è famoso e più il problema si fa pesante. Quindi l’idea del film, che do per scontato di origine kinghiana, è molto scottante e intrigante: il problema è che poi trattandosi di un thrillerino di infima fattura, e temo anche di pezzentezza produttiva, lo svolgimento è pessimo, non aiutato da attori presi al discount.

Purtroppo il cinema ha da molto tempo smesso di raccontare storie di libri e scrittori, temi troppo adulti per quei quattro ragazzini in America che ancora pagano un biglietto per la sala, quindi sarà difficile avere un film che affronti il tema con più ambizione, tocca perciò accontentarci di questa “Misery dei poveri” in formato televisivo.

Tutti qua i libri di Zadie Hurston?

Da un’inquadratura conosciamo gli altri titoli della serie “Zadie Hurston Mystery“: “Killer Instinct” e “Bathed in Blood“. Mi sa che la produzione non aveva soldi per creare altri pseudobiblia. Per esempio non c’erano soldi per creare una scenografia con dei libri, teoricamente strumenti del mestiere per qualsiasi scrittore, così al massimo la biblioteca di casa DeMarco consiste in qualche coloratissima edizione da edicola di Sherlock Holmes.

Ma cos’è, una riduzione per bambini?

Un film minuscolo e fatto decisamente malino, con un’esecuzione noiosa e un pessimo finale, ma nel genere “libri e scrittori” di meglio non ce n’è, quindi tocca abbassare le aspettative.

L.

P.S.
Per le voci italiane del film, rimando al mio “Dizionario del Doppiaggio“.

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2 commenti

Pubblicato da su febbraio 29, 2024 in Pseudobiblia

 

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2 risposte a “[Pseudobiblia] Death She Wrote (2021)

  1. Madame Verdurin

    febbraio 29, 2024 at 9:02 am

    Eh ma non basta rubare un’idea a King e il titolo a Jessica Fletcher per fare un film. Soprattutto se non hai nemmeno abbastanza fantasia per inventarti più di 3 titoli di romanzi e metti doppioni per farli sembrare di più! XD

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    • Lucius Etruscus

      febbraio 29, 2024 at 9:44 am

      Infatti è un’operazione particolarmente minuscola in tutto, anche nella scelta degli attori, ma va apprezzato almeno l’impegno 😛

      Piace a 1 persona

       

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