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Star Trek – L’enigma della protostella (1984)

17 Mag

Finché mi dura la fantasia e soprattutto finché trovo romanzi leggibili, continuo ad usare romanzi di Star Trek per “sciacquarmi la bocca” fra un libro e l’altro.

Nuovo volume della storica collana “Star Trek” della Garden Editoriale, che nel novembre 1987 porta nelle edicole italiane “L’enigma della protostella” (Corona, 1984) di Greg Bear, con la traduzione della consueta Annarita Guarnieri.

Forse sbaglio, ma la mia impressione è che Greg Bear sia più un autore di fantascienza a tutto tondo che un autore di “universi altrui” (senza nulla togliere a questi ultimi), nel senso che ha scritto molta più roba propria di quanto abbia partecipato a serie varie, mentre di solito gli universi narrativi usano autori a maggioranza prestati a serie altrui.

Questo di solito è rischioso, perché gli autori “a tutto tondo” tendono a dirottare personaggi e tematiche verso una propria visione, invece di annullarsi in favore di schemi preesistenti amati dai fan: un autore “normale” di solito scrive un proprio libro fingendo appartenga ad un universo narrativo altrui, mentre gli autori “prestati” fanno i compiti e regalano agli appassionati un’altra avventura dei loro eroi. Questo libro mi sembra una via di mezzo.

La giornalista della Federazione Rowena Mason riceve un incarico che può decidere della sua carriera: dal suo piccolo pianetino viene mandata a bordo dell’Enterprise per scrivere di come funzionino le nuove dotazioni tecniche, un lavoro di grande importanza da svolgersi mentre la nave è tranquilla in porto. Ma l’Enterprise tranquilla non è mai, scatta una nuova missione e via, si parte. Con la Mason spaventata a bordo.

Alla stazione vulcaniana della nebulosa di Black Box c’è stato un problema… dieci anni prima. Ora però sono arrivati dei messaggi e Kirk deve andare ad indagare, cercando di capire cosa sia successo tempo addietro. Visto che alla stazione c’erano centinaia di persone in sonno criogenico, magari sono ancora lì in attesa che qualcuno li svegli.

Al loro arrivo, invece, i nostri eroi trovano T’Prylla, «la più famosa dottoressa in fisica di Vulcano», suo marito Grake e i loro figli: tutti sani e salvi, con l’equipaggio in sonno criogenico in attesa di essere svegliato. Cosa è successo per dieci anni? E perché solo ora hanno chiesto aiuto?

L’enigma della protostella di cui parla il titolo italiano riguarda la solita forza misteriosa e invisibile che ha catturato l’avamposto vulcaniano e guida i vari individui contro la loro volontà, entità ora decisa a lasciare il pianetino e usare l’Enterprise per spargersi nell’universo. Sono onesto, non una lettura appassionante né particolarmente interessante.

Molto più sorprendenti alcune parti che mi hanno lasciato interdetto: sono invenzioni di Greg Bear o nei primi anni Ottanta c’era un filone di Star Trek diverso?

Per ricevere informazioni in breve tempo, Kirk usa l’«assimilazione ad alta velocità», grazie alla quale i dati fluiscono direttamente nel suo cervello… Ma da dove esce fuori ’sta roba?

La velocità massima di crociera per l’Enterprise è… «curvatura undici». Undici? Ma non era nove il massimo?

Chi diavolo sono i Kshatriyan? Neanche le grandi Wiki-Trek li riportano!

Il navigatore dell’Enterprise è il tenente andoriano Yimasa: e chi cacchio è? E che fine ha fatto Chekov?

Kirk dichiara di non voler scendere sul pianeta perché «la Flotta Stellare non desidera che i suoi comandanti corrano rischi inutili»: ma stiamo scherzando? Tutti i capitani di “Star Trek” scendono sempre per primi, SEMPRE!

Ci sta che un autore tenda a inserire proprie creazione in un romanzo scritto per un universo di altri, e forse Greg Bear pensava di iniziare una serie Trek con propri elementi e proprie idee, ma poi questo è rimasto il suo unico romanzo. E per fortuna!

Tutte le novità assurde che ho citato in neretto non ricevono una sola parola di spiegazione: niente di male ad inventarsi robe nuove, ma poi le devi spiegare, visto che contraddicono quanto già noto di questo universo. Vuoi inventarti un nuovo navigatore, un nuovo sistema di comunicazioni, un nuovo popolo e nuove regole di sbarco? Perfetto, ma spieghi tutti, cioè spieghi perché in questo romanzo ci sono cose contrarie a tutte le altre avventure dei personaggi.

Fra invenzioni immotivate e una narrazione tutt’altro che appassionante, direi che non annovero questo romanzo fra quelli da ricordare.

L.

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5 commenti

Pubblicato da su Maggio 17, 2024 in Recensioni

 

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5 risposte a “Star Trek – L’enigma della protostella (1984)

  1. myrelar

    Maggio 17, 2024 at 8:08 am

    Very nice!

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  2. Celia

    Maggio 17, 2024 at 8:12 am

    Avevo letto “l’enigma della POLLASTRELLA”

    Piace a 1 persona

     
  3. Moreno Pavanello

    Maggio 17, 2024 at 10:27 am

    Entro a fare un po’ il nerd: il massimo della curvatura non è 9 ma 9.99, anche se non in tutti gli episodi il numero di 9 dopo la virgola è lo stesso. Mi sembra che in qualche puntata cercassero di raggiungere un ,9 periodico, che corrisponderebbe a un’accelerazione continua e infinita, ma potrei essermelo inventato. Però sono sicuro che c’è un episodio della voyager in cui raggiungono velocità 10, che però agisce come se fossero contemporaneamente in ogni punto dell’universo, il che non va bene. 😅

    Per quanto riguarda la velocità 11, ho il ricordo preciso che nel primo film di Star Trek la raggiungessero e la superassero addirittura, rischiando però di distruggere la nave, e sono convinto che sia successo anche nella serie, anche se non saprei indicarti gli episodi. Presumo quindi che il limite di 10 sia stato introdotto da TNG in poi, e nella TOS non ci fosse.

    Quindi per la curvatura 11 ci siamo, ma il resto è indifendibile. 😆

    Al massimo, per quanto riguarda il sostituto di Chekov, possiamo dire che ogni tanto un avvicendamento non era impossibile. Nella serie animata Chekov è stato sostituito da un edosiano di nome Arex. Povero Checkov, è stato l’ultimo a salire a bordo e il primo ad andarsene!

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    • Lucius Etruscus

      Maggio 17, 2024 at 10:39 am

      Ricordo anch’io che ogni tanto, per venire incontro alla storia, la velocità di curvatura è stata “manomessa”, ma sono appunti casi eccezionali e soprattutto sono momenti chiave in cui l’azione ha un picco di adrenalina: qui invece i nostri eroi se ne viaggiano a warp 11 come fosse la normalità! E non hanno neanche fretta!
      E sottolineo che quando è uscito questo romanzo TNG non esisteva!

      Il romanzo è del 1984 quando ormai i film di Star Trek hanno fatto dimenticare le tante avventure in cui Chekov non c’era: ormai è membro effettivo dell’equipaggio quindi uscirtene in libreria senza un personaggio che in quel momento è arrivato al terzo film richiede come minimo una spiegazione, che non viene data. Al suo posto si inventa addirittura una razza nuova!

      Per carità, come detto un autore può fare quel che vuole, può inventarsi mille alieni a bordo dell’Enterprise, ma visto che sta partecipando ad un universo narrativo non suo, come minimo ha il dovere di spiegare le novità che introduce: di solito tutti gli autori Trek hanno inventato un loro personaggio, proprio per dare un contributo personale a questo universo, e non è mai stato un problema, ma quando cambi particolari notissimi devi degnarti di dare uno straccio di spiegazione, buona o cattiva che sia.
      Invece qui è come nei pessimi fumetti pubblicati in Italia dai Fratelli Spada: Kirk e Spock fanno il cacchio che gli pare senza la benché minima rassomiglianza con i protagonisti di Star Trek!

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