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Star Trek TNG – Antico sangue (1997)

27 Mag

Questo libro ho provato a leggerlo durante la pandemia, fermandomi quasi subito, poi l’ho ripreso perché spinto dalla stessa curiosità – cioè leggere qualcosa di klingoniano e soprattutto approfondire la figura di Alexander, il figlio di Worf, che in questi anni sta facendo furore nelle ottime storie a fumetti IDW! – e sembrava essere partito meglio, ma niente: mi sono fermato neanche a metà perché è assolutamente illeggibile.

I romanzi di Star Trek in lingua italiana sono rarissimi, in proporzione alle centinaia usciti dal 1970 ad oggi, e questo è addirittura una tetralogia, “Il giorno dell’onore“, quindi avevo ben quattro titoli da gustarmi ma niente, la bruttezza di “Antico sangue” (Ancient Blood, 1997) ha bloccato tutto.

Eppure l’autrice Diane Carey non solo è una professionista dell’universo Trek (più di trenta romanzi in vent’anni!) ma ho letto in lingua originale il suo Aliens: DNA War (2006) ed è senza dubbio fra le migliori storie di Alien mai scritte in ogni medium.
Credevo di andare a colpo sicuro con questo suo romanzo, invece niente: due tentativi, entrambi falliti.

L’autrice scrive un inizio vicenda molto intrigante così da far cadere il lettore in una trappola. L’Enterprise trova una nave di pendolari piena di cadaveri orrendamente mutilati: un gruppo di Klingon ribelli ha massacrato l’equipaggio umano alla ricerca di un testimone da mettere a tacere. Worf è giustamente indignato davanti a una tale mancanza di onore da parte dei suoi connazionali, e si offre di andare in missione per trovare e fermare quei rinnegati senza onore. Roba che uno pensa “Oh, spigne forte ’sto romanzo!” Invece è un trucco: la pagina dopo tutto crolla come un sacco di patate.

L’autrice manda Worf e Ross Grant (ma chi è?) sul pianeta Garlath IV per giochi politici di grande noia, tutto per sottolineare qualcosa che in realtà piace a tutti noi Trekie ma che qui è scritta decisamente male: la doppia morale per cui la Federazione fa tanto la superiore poi nei fatti non si comporta meglio di quelli che chiama “nemici”. In questo caso non vuole che il popolo di Garlath IV voti per Odette Khanty perché la considera cattiva, ma solo perché non vuole fare affari con la Federazione: il gioco politico è sottile ma la narrazione mostruosamente didascalica, ripetitiva ed estremamente noiosa.

Ma la parte brutta del romanzo non è questa, l’avventuretta di Worf alla ricerca dei Klingon rinnegati – che chiamano sé stessi “Farabutti“, discutibile traduzione italiana di “Rogues” – è bruttarella ma comunque minoritaria: la maggior parte del romanzo è una mostruosa ricostruzione di una battaglia navale… dell’America del Settecento!

Diane Carey è una grande appassionata di storia navale, non è raro che nei suoi romanzi trovi il modo di ficcarci dentro qualcosa di marinaro, ma qui è totalmente impazzita: rende Picard e il giovane Alexander protagonisti di una olo-avventura navale con devastante dovizia di particolari! Una roba da mettersi le mani in faccia: totalmente illeggibile.

Pagine e pagine di inutili descrizioni, o della politica estera di Garlath IV o della battaglia navale americana del 1777, cioè di roba di cui non gliene frega una mazza a nessuno, sono pura tortura: ma cosa c’è di Trek in tutto questo? Potrei capire un’autrice nuova a questo universo, ma una sforna-romanzi come la Carey possibile non abbia saputo far di meglio?

Gli altri romanzi della tetralogia sono di altri autori quindi magari poi li proverò a leggere, ma ora sono traumatizzato da questo. Peccato, perché come dicevo Alexander è uno splendido personaggio nelle pagine a fumetti della IDW, mi faceva piacere leggere della sua infanzia al di fuori della serie TV, ma non a queste condizioni.

L.

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Pubblicato da su Maggio 27, 2024 in Recensioni

 

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