Il 1963 è un anno intensissimo per Ugo Tognazzi, ci testimoniano i giornali dell’epoca, tanto da beccarsi un esaurimento che farà saltare alcuni suoi progetti, come tornare a fare il regista: ci riuscirà solo nel 1967 con Il fischio al naso. Intanto come attore sforna titoli su titoli, come questo “Il magnifico cornuto” (1964) di Antonio Pietrangeli (che trovate intero su YouTube) tratto da un testo teatrale di Fernand Crommelynck.
Il film parla del ricco imprenditore Tognazzi che ha una moglie splendida, Claudia Cardinale, ma finisce nella trama tipica del tradimento all’italiana, saltando la cavallina con Michèle Girardon, la moglie di un amico parimenti ricco. La donna fa svelare a Tognazzi il grande gioco del tradimento, il suo linguaggio, le sue regole, le sue consuetudini e tutti i trucchetti lessicali, tipo chiamare sempre le donne “cara” così da non rischiare di confondersi per i nomi. La cosa intriga l’uomo ma la situazione degenera… quando sua moglie lo chiama “caro”.
La commedia leggera “fra ricchi” va ricordata per una curiosa sotto-trama. Tognazzi infatti interpreta un imprenditore in crisi perché la sua grande azienda di cappelli sta vivendo un brutto periodo: nessuno porta più cappelli in Italia. Ho molto gradito questo spaccato di vita italiana, dove le mode stanno cambiando e in effetti qui solamente i personaggi più anziani (non d’età ma di cultura) indossano il cappello.
Il film è stato girato all’inizio del 1964, cioè alla conclusione del mandato di John Fitzgerald Kennedy, e se vi state chiedendo cosa c’entri il presidente americano è presto detto: ricordo che in un documentario fecero notare come il giovane Kennedy sdoganò in America la moda di stare senza cappello!
Si sa, in Italia facciamo solo ciò che fanno in America, per noi non esiste altro Paese al mondo, quindi subito la moda del “senza-cappello” è arrivata da noi e i giovani l’hanno sposata, mandando in crisi la “fabbrichetta” del protagonista di questo film.
Poco interessato ai problemi economici e ossessionato da quelli coniugali, Tognazzi si è convinto che la moglie stia facendo quel che sta facendo lui, cioè saltare la cavallina in giro, così costringe un suo dipendente (interpretato da un attore molto famoso dell’epoca di cui però non riesco a ritrovare il nome) a seguire la donna di nascosto.
L’opera di pedinamento porta il dipendente a nascondersi dietro una piccola ma ricchissima “archeo edicola”, sponsorizzata dal quotidiano “La Notte“, nato il precedente 1952. Malgrado abbia chiuso i battenti nel 1995, quando cioè da almeno dieci anni ero un feroce frequentatore di edicole, non ricordo di averlo mai visto: forse a fine vita stava negli angoli più bui degli scaffali.
Per nascondersi dalla Cardinale, il pedinatore finge di guardare le copertine di alcune riviste, dando così vita alla situazione comica per cui si ritrova a fissare omaccioni semi-nudi sulle copertine di riviste di culturismo, palesemente d’importazione. Quelle riviste uscivano anche in Italia, mantenendo il proprio titolo americano, oppure sono state messe lì a posta per creare la situazione umoristica, con il prete che fissa indispettito l’incolpevole pedinatore?
Alle spalle del pedinatore si possono intravedere alcuni fumetti dell’epoca, a cui non so resistere.
Il celebre fumetto belga “Blake e Mortimer” è sempre stato ben noto in Italia, e qui vediamo la copertina de “Il mistero della grande piramide” (Le Mystère de la grande pyramide, 1950-52), scritto e disegnato da Edgar P. Jacobs. Grazie a ComicsBox.it scopro che il fumetto è uscito in Italia nel luglio del 1964 (come ottavo numero dei “Classici Audacia”), e visto che il film è dato in lavorazione già nel gennaio di quell’anno per poi ricevere il visto della censura ad ottobre, ecco che possiamo datare la scena dell’edicola al luglio 1964.
Alla destra di Blake e Mortimer c’è un albo misterioso: è chiaramente il celebre “Maschera Nera” della Editoriale Corno ma non riesco ad identificarlo. Nel dicembre del 1963 si era conclusa la prima serie e nel gennaio 1964 è iniziata la seconda: nessuna delle due grafiche corrisponde a quella mostrata nel film, né tanto meno le grafiche delle “raccolte”. Che sia una sorta di bozza o numero speciale fornito dalla Corno?
Le altre testate a fumetti purtroppo non riesco a identificarle, quindi chiudiamo con lo storico “Pecos Bill” della Mondadori, che nel 1964 stava portando in edicola la propria terza serie: recuperare il titolo preciso di albi che potrebbero benissimo essere ristampe esula dalle mie possibilità.
Chiudo con un ricordo d’infanzia. In basso, fra varie testate come “Il Punto” e “Inter Club“, scorgo un “Realtà Sovietica” a cui negli anni Ottanta i miei comunistissimi genitori erano abbonati. Non so se poi la leggessero, io non li ho mai visti farlo, ma erano presi dal raptus sovieticus e quella rivista, con un’altra grafica, ha girato per anni per casa.
È un peccato che una edicola così deliziosa ci abbia fornito così poco materiale e un così labile sguardo sul nostro passato quotidiano.
L.
– Ultime edicole d’annata:
- [Archeo Edicola] Il magnifico cornuto (1964)
- [Archeo Edicola] Cara sposa (1977)
- [Archeo Edicola] Il commissario di ferro (1978)
- Professione vacanze 1 (1987)
- [Archeo Edicola] Buona giornata (2012)
- [Archeo Edicola] I 2 deputati (1969)
- [Archeo Edicola] Desideri (1989)
- [Archeo Edicola] Air (2023)
- [Archeo Edicola] Di che segno sei? (1975)
- [Archeo Edicola] Ciao amici! (1941)