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Sorte a Venezia, ovvero: classici senza spoiler

07 Giu

Tutte le copertine di questo post sono finte, pure elaborazioni grafiche per dare un’idea di come sarebbero i “classici de-spoilerizzati”.

Dai tempi della serie televisiva Lost, in cui i quotidiani in edicola facevano a gara a sparare immotivatamente i colpi di scena visti negli episodi andati in onda in America, il pubblico italiano ha imparato l’ennesima parola anglofona: spoiler.
“Spoiler Alert”, “Attenzione: Spoiler”, “Inizio Spoiler”, “Fine Spoiler”: blog, siti, forum e social sciabordano di queste scritte che mettono in guardia il lettore perché si stanno rivelando elementi fondamentali di una qualche trama. Che siano film, telefilm, videogiochi, fumetti o quant’altro, dopo un periodo in cui la gente ti fermava per strada per rivelarti chi moriva in Grey’s Anatomy, è scoppiata la Mania dello Spoiler: oggi rivelare a qualcuno un qualsiasi particolare di una qualsiasi storia è socialmente simile ad averlo picchiato a sangue!

Teoricamente è giusto che un “utente” (lettore/spettatore) abbia diritto a navigare tranquillo senza che gli venga svelato il finale di qualcosa, ma è anche vero che la regola aurea recita: “non googlare mai ciò che stai seguendo a puntate!
L’Italia è sempre indietro, quindi qualsiasi cosa tu stia vedendo o leggendo comunque in rete c’è qualcuno che ti sta avanti e ne sta parlando. Arginare tutto questo è impossibile, ma d’un tratto si è tutto rovesciato. Ora se riveli qualcosa rischi grosso…

Non so se qualcuno ricorda ancora il Natale in cui uscì al cinema Star Wars VII. La trasmissione in diretta del Veglione di Capodanno della RAI ebbe la malaugurata idea di mandare in onda in sovrimpressione gli SMS degli spettatori: parolacce e bestemmie erano quasi scontate, ma passò anche un messaggio che rivelava la sorte di un personaggio del film in questione.
La Guerra agli Spoiler è una cosa seria: le polemiche scoppiate con la RAI solo di facciata riguardavano le bestemmie, perché la rabbia maggiore era… un “colpo di scena” rovinato di Star Wars. (La lobby di Star Wars potente è…) (Ah, e per i poveri di spirito specifico che ovviamente sto scherzando!)

Questa guerra ha recentemente colpito anche i classici della letteratura, quelli cioè che un tempo erano talmente noti che esulavano dalle frasi che tutti abbiamo pronunciato davanti a qualcuno che l’avesse già letto: «Non mi dire niente, che devo ancora leggerlo!» Avete mai fermato qualcuno che stava per rivelarvi il finale dell’Odissea? Vi siete mai tappate le orecchie perché qualcuno vicino a voi stava parlando dei Promessi sposi? Credo proprio di no.
In questo clima di terrore da spoiler si cominciano a guardare di malocchio titoli con “morte” nel titolo, perché… be’, perché annunciano la morte di un personaggio del romanzo… e questo è lo spoiler peggiore di tutti!

Già vi ho parlato di Chiara Prezzavento, instancabile appassionata di letteratura inglese nonché mille altre cose: fra cui l’aver collaborato con me nel parlare del Mistero Shakespeare.
In questo post del suo blog “Senza errori di stumpa” ha raccontato come una rappresentazione teatrale del grande classico Delitto e castigo abbia sollevato critiche… per un titolo che rivela già parte della trama!

La domanda dunque è: in questi tempi di guerra allo spoiler, quanto passerà prima che qualche genio proponga di “de-spoilerare” i titoli dei grandi classici?
Chiara si è lanciata in alcune proposte che considero geniali:

  • Il destino di Ivan Il’ic
  • Che ne è stato del commesso viaggiatore?
  • Fato incerto a Venezia,
  • Una delle estati di Klingsor
  • Una fase della storia della Casa degli Usher

Spero non ci sia bisogno di riportare i veri titoli di questi classici…

Per carità, io per primo odiavo quando le maestre e professoresse mi ripetevano il mantra «Mica è un giallo: non importa se sai come va a finire, lo devi leggere perché è scritto bene», quindi non dico che certi libri debbano per forza rivelare il finale, ma se un testo non punta tutto sul colpo di scena finale, che importa saperlo già prima?
I film di M. Night Shyamalan si basano tutti esclusivamente sul colpo di scena finale, tolto il quale del film non rimane assolutamente nulla: un classico ti entra dentro e ti parla al di là della trama o del “colpevole” da scoprire.

Tornando a Delitto e castigo, le pene di Raskol’nikov esulano dal “giallo alla tenente Colombo”: già sappiamo tutti dalla prima pagina che è il giovane ad uccidere la vecchia, esattamente come nei telefilm di Colombo conosciamo subito l’omicidio. Che ci sarà un “castigo” non è un colpo di scena rovinato: avete mai letto un romanzo dove l’assassino la fa franca, prospera e ride in faccia alla giustizia? Di solito, almeno con i classici, questo non succede… (Succede nella realtà, ed è per questo che si legge: la letteratura corregge la realtà.)

Chiedetelo al povero Jean Valjean: si è rifatto una vita e ha fatto mille volte più bene rispetto a quella minuscola briciola di male compiuta… eppure dovrà pagare per quella. (Tranquilli, non ho rivelato nulla de I miserabili!)

Forse siamo troppo abituati alla soap opera mascherata che imperversa nella narrativa contemporanea, dove sono più importanti le vicende dei personaggi di come sono scritte, dove sapere “che fine fa” un personaggio supera di gran lunga il gusto di come è descritto. Per questo un colpo di scena rovinato è un peccato grave, molto di più che sapere quale dei fratelli Karamazov è il vero assassino del padre… ah, non sapevate che papà Karamazov muore? Su, non fate quelle facce: non sapete mica chi l’ha ucciso…

E voi, avete storie da spoiler da raccontarmi? Vi farebbe tanto dispiacere se qualcuno vi “rovinasse” un classico, anche se ha la parola “morte” nel titolo?
In fondo se iniziate a leggere C’è un cadavere in biblioteca di Agatha Christie, non lamentatevi se il titolo vi spoilera cosa viene trovato in biblioteca…

L.

 
10 commenti

Pubblicato da su giugno 7, 2017 in Uncategorized

 

10 risposte a “Sorte a Venezia, ovvero: classici senza spoiler

  1. Cassidy

    giugno 7, 2017 at 6:37 am

    Argomento interessante, dopo quanto tempo una storia diventa un classico, così alla portata di tutti, da diventare immune dalle rivelazioni suoi colpi di scena? Mi verrebbe da dire mai, perché se quella storia non la conosco, per me è sempre nuova. Ad esempio nessuno parla di spoiler per che so il finale di Moby Dick che tutti conoscono (anche chi non ha letto li libro) ma si scatena l’isteria se si parla di mezza rivelazione sull’ultimo episodio di “Game of Thrones”. Davvero un argomento che sta scappando di mano 😉 Cheers!

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    • Lucius Etruscus

      giugno 7, 2017 at 7:01 am

      Magari i classici non sono più tali e non sono più conosciuti come un tempo, quindi i finali sono molto meno noti. E una volta morivano un sacco di personaggi, cosa che oggi è considerata “protetta” da spoiler alert 😉

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  2. Catia

    giugno 7, 2017 at 7:16 am

    Sei un grande

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  3. la Clarina

    giugno 7, 2017 at 8:59 am

    🙂 Graziegrazie.
    Posto che non tutti cerchiamo le stesse cose nella lettura, è vero che nulla piace all’umanità quanto gli indovinelli e le scoperte – in fondo è su questo che si basa parte del concetto stesso di narrativa, no? – ma mi domando se questo furore spoilerofobico recente non sia un tantino indotto…
    Ah well, vale la pena di rumuginarci su. Magari in un altro post.
    E attento alle Anime Risorte, Lucius – ché la risurrezione presuppone sempre… [SPOILER! SPOILER!]

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    • Lucius Etruscus

      giugno 7, 2017 at 9:03 am

      ahahah sembra quasi la versione zombie dell’opera di Gogol: magari a lui piacerebbe 😛

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  4. theobsidianmirror

    giugno 7, 2017 at 9:24 PM

    Tutto ciò mi riporta alla mente un episodio avvenuto una decina di anni fa, più o meno. Ero in ufficio e non so per quale motivo io e un mio collega scherzavamo citando il ritratto di Dorian Gray… la battuta era quella più classica…. : “Ma sai che non dimostri gli anni che hai?” – “Sì, ma è solo perché ho a casa un quadro che invecchia al posto mio”…. – “Ok, ma non gioirne troppo. Ricordati che alla fine lui muore!! “.
    A queste parole sentiamo un urlo lacerare la stanza… “Nooooo! Come sarebbe a dire che muore???”. Il terzo collega, che stava origliando, stava leggendo il Dorian Gray proprio in quei giorni! Uno spoiler involontario… ma come potevamo sapere che al mondo potesse esistere qualcuno ignaro del finale di quel libro???? Anche chi non l’ha letto lo conosce.

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    • Lucius Etruscus

      giugno 8, 2017 at 3:14 am

      ahahah due inguaribili rivelatori di finali! ^_^
      Bastava aver visto uno dei tanti film tratti dal Dorian ma evidentemente il problema non è la cultura dello spoiler… è proprio la cultura! Temo che la “cultura popolare” sia scesa talmente in basso che non esistono più classici, esistono solamente storie ignote e quindi tutte passibili di finale rovinato. Dei miei colleghi narrano la leggenda di una vecchia dipendente che, all’uscita della Passione di Mel Gibson, non voleva che le raccontassero il finale: mi sembra una battuta troppo perfetta per essere vera…
      A me invece è capitato che una delle tante volte che mi ritrovo schifato davanti a gente che gira le pagine insalivandosi abbondantemente il dito – una cosa che mi fa d’uno schifo assurdo – ho cercato di buttarla sullo scherzo citando il finale del Nome della Rosa, scoprendo che quella storia è molto meno nota di quanto si pensi…

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  5. clementina daniela sanguanini

    giugno 8, 2017 at 8:24 am

    Ottimo pezzo, Lucius! Lo spoiler è il tormentone del momento, è un fenomeno che si alimenta con le serie tv e che in origine si legava alle storie di fantascienza, un genere che fa leva sul nostro timore nei confronti del futuro, dell’ignoto.
    In realtà, non sempre una storia è godibile grazie alla suspence con cui ci vengono svelati i dettagli della trama. Al contrario, quando ci si trova di fronte a un romanzo scritto a regola d’arte, un’anticipazione (fosse anche nel titolo) può favorirne l’appagamento, preparandoci ad affrontare il momento clou. Ecco, dunque, che accostare lo spoiler ai classici non dovrebbe sortire reiezioni. Ma qui si apre un capitolo infinito… 😉

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    • Lucius Etruscus

      giugno 8, 2017 at 8:27 am

      Ti ringrazio e concordo. Spesso mi è capitato di leggere in ritardo libri di cui erano ben noti gli sviluppi della trama, eppure non ho avuto problemi, anzi! Mi è capitato di sapere quale personaggio sarebbe morto e per tutto il romanzo sono stato in tensione: che abbia capito male? Magari non muore… anche quella è un’emozione ^_^

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