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Il mistero del libro di Notting Hill (1999)

24 Mar

Per quasi 25 anni sono riuscito ad evitare di vedere questo film, ma poi in una recente intervista Hugh Grant mi fa strabuzzare gli occhi, rivelando un gioco letterario nascosto nel suo film, probabilmente svelato per la prima volta (o almeno mi piace pensarlo), e così l’Etrusco recupera il suo cuore di panna, va su Netflix (ma c’è anche su Prime Video) e affronta l’ammmòre allo stato brado.

A proposito: questo post l’ho scritto il 21 marzo: il 22 marzo il canale 27 (Mediaset) manda in onda il film in prima serata: mi sembra chiaro che sono in sintonia con l’universo.

Nel film “Notting Hill” (1999) di Roger Michell (in DVD Unviersal) il giovane e rampante Hugh Grant interpreta il gestore d un curioso negozietto dal futuro non certo luminoso: una libreria specializzata esclusivamente nella saggistica di viaggio.

Apro una parentesi. Guardate la schermata in alto, vedete sulla sinistra quel tizio in jeans che cammina? Più avanti nel film inquadreranno di nuovo la libreria… e quel tizio sarà ancora lì a camminare!

È assurdo come Hugh Grant in questo film abbia 39 anni ma ne dimostri 20! Comunque l’unico libro di viaggi che ci viene mostrato nella “The Travel Book” è fra le mani del protagonista, che lo consiglia caldamente: “Istanbul: The Imperial City” (1996) di John Freely, edito dalla Viking ma ristampato dalla Penguin Books proprio durante le riprese del film. Infatti è quest’ultima edizione che vediamo fra le mani di Hugh, con il celebre pinguino in alto a destra. Non ho trovato tracce di edizioni italiane.

A parte questo scorcio di edicola londinese del 1998, in un clima di profondo odio contro giornalisti e rotocalchi, il “mistero” del film risiede nella domanda ormai ventennale: cosa legge il protagonista alla fine della vicenda?

Come dicevo, non ho mai visto il film, al massimo nel 2000 avevo visto qualche scena a casa di un mio amico, talmente appassionato di Notting Hill da essersi comprato subito il DVD: cercava di convincermi che era il film più romantico della storia del mondo, e io non lo mettevo certo in dubbio, ma non è riuscito a scalfire il mio potente disinteresse.

Facciamo un salto di 23 anni e l’altro giorno per caso ho visto un nuovo episodio di una rubrica che mi diverte sempre, le “Google Autocomplete Interview” del canale YouTube di Wired, dove gli attori in campagna pubblicitaria per i loro film si sottopongono ad una raffica di domande prese fra quelle più poste su Google.

Non ho la minima intenzione di vedere “Dungeons & Dragons – L’onore dei ladri” (2023), sia perché detesto il fantasy sia perché mi sa di vecchiata (cioè un’opera in cui adulti cercano disperatamente di parlare ai giovani usando il linguaggio di questi ultimi). Comunque un’intervista tripla a Hugh Grant, Michelle Rodriguez e Chris Pine era troppo ghiotta per farmela sfuggire.

Durante l’intervista scopriamo che su Google tanti scrivono: «Che libro sta leggendo Hugh Grant in Notting Hill

E così Hugh racconta: «In quel momento nauseante sulla panchina, alla fine», giusto per dire quanto l’attore consideri ispirata quella scena, stava leggendo: “Captain Corelli’s Mandolin” (1994) del romanziere britannico Louis de Bernières, che Longanesi porta in Italia nel 1996 con il titolo “Una vita in debito“, così che da noi non si è capito il collegamento quando è uscito il relativo film, “Il mandolino del capitano Corelli” (2001).

Stando alle dichiarazioni di Hugh, questo piccolo gioco letterario (o in-joke, come dicono gli itanglesi) l’ha voluto il regista Roger Michell (scomparso nel 2021 per motivi ignoti) perché dopo Notting Hill il suo progetto successivo sarebbe dovuto essere la regia di Captain Corelli’s Mandolin, ma visto che quest’ultimo porta la firma di John Madden dev’essere successo qualcosa che gli ha impedito di realizzare l’in-joke di Notting Hill.

Riguardiamo l’ultimo fotogramma del film Notting Hill:

In effetti sfido chiunque a riconoscere il libro, senza sapere prima il titolo.

Schermata dalla trasmissione del 22 marzo 2023

L.

– Ultimi libri nei film:

 
9 commenti

Pubblicato da su marzo 24, 2023 in Books in Movies

 

9 risposte a “Il mistero del libro di Notting Hill (1999)

  1. Vasquez

    marzo 24, 2023 at 9:14 am

    La doverosa premessa che mi sento di fare a questo mio commento è che ho detestato questo film dal profondo la prima volta che l’ho visto. Mi sembrava una scopiazzatura goffa di quel capolavoro di “Quattro matrimoni e un funerale”… poi però nelle successive visioni qualcosa è cambiato, e tra capre che suonano il violino, il cliente fastidioso che cerca a tutti i costi l’ultimo di John Grisham in una libreria che ha solo Lonely Planet e cartine del Touring Club, la parte di Julia Roberts che trovo irresistibile (il modo in cui si prende gioco delle relazioni “ufficiali” del jet set, e il fatto che lei interpreti un’attrice che è un misto tra lei stessa, Nicole Kidman e Jodie Foster, sono secondo me geniali), Hugh Grant con i piedi grandi (“Grandi…scarpe!”) giornalista di “Cavalli & Segugi”, mi sono ritrovata senza quasi accorgermene ad essere fan di Notting Hill, tanto che sono sicura di riuscire a citare diverse battute a memoria (“Povere carote…” ok…la smetto…) anche se sono anni che non lo rivedo.
    E stranamente non mi è mai venuto in mente di chiedermi cosa leggesse Hugh in quella scena finale, melensa finché vuoi, ma perfetta per chiudere il film.
    Tutto ciò per dire: “Meno male che c’è Marlowe!” 😊

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    • Lucius Etruscus

      marzo 24, 2023 at 9:51 am

      Meno male che Hugh adora divulgare informazioni. Lui stesso una volta in un’intervista ha detto di non capire se stesso, visto che ha condotto campagne per la privacy ma poi racconta tutto al primo venuto 😀
      Do per scontato che questo film nasca per sfruttare il successo dei “4 matrimoni”, Hugh fa continuamente il verso a se stesso, però ora che o visto i mostruosi effetti della “commedia romantica americana”, questo prodotto d’altri tempi mi sembra ben curato e persino delizioso, in confronto ai romantichelli di TV8, che rappresentano il nuovo standard qualitativo anche per la serie A.
      Ed essendo poi in questi tempi impazzito per gli “pseudo-film”, trovare Anna Scott impegnata in diversi film falsi è stata una gioia: già catturate schermate per futuri speciali 😛
      Marlowe non si ferma mai!

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  2. Raffa

    marzo 24, 2023 at 11:48 am

    E’ uno dei miei film preferiti, insieme ai 4 matrimoni! Hugh allora era uno spetttacolo, come dici giustamente, sembrava un ragazzo, ma poi è invecchiato malissimo. Adesso che ha una sessantina di anni sembra il padre di Tom Cruise…

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    • Lucius Etruscus

      marzo 24, 2023 at 12:44 PM

      Be’, tutti assomigliamo al padre di Tom Cruise, ma perché è lui ad essere troppo geneticamente modificato 😀
      Adesso Hugh assomiglia ad un uomo adulto, a 40 anni sembrava un ragazzino 😛

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  3. Sam Simon

    marzo 24, 2023 at 1:38 PM

    Le interviste con le domande di Google… a volte mi ci sono imbattuto pure io, devo dire che i risultati possono essere divertenti! :–D

    Non sapevo del giochino letterario!

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  4. Austin Dove

    marzo 25, 2023 at 8:30 PM

    il film è un classicone e nn si tocca, ne ho pure parlato nel mio blog UU
    e il libro per me mai stato importante, la scena mostrava solo la consolidazione tanto aspirata della loro relazione

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  5. Madame Verdurin

    marzo 28, 2023 at 5:03 PM

    Che dire, a me, nel genere commedia, Notting Hill piace: è sicuramente scontato e sdolcinato ma ci sono tanti bravi attori ed è anche molto divertente in alcune scene (non hai nemmeno sorriso all’intervista di Cavalli e Segugi?). Che grande tristezza però questo gioco letterario così fatto male e poi non riuscito… Comunque io aspetto con ansia il nuovo film su D&D, fino adesso ne hanno fatti solo di orribili e io sono una vecchia nerd sentimentale…

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    • Lucius Etruscus

      marzo 28, 2023 at 5:44 PM

      Seguendo i filmetti romantichelli moderni su TV8, all’inseguimento di “libri falsi”, vedere questo prodotto d’annata mi ha riempito gli occhi: è un signor film, con una signora fotografia, con una regia al bacio, due attori in splendida forma e una sceneggiatura che ho trovato deliziosa, pur nella sua “classicità”. Magari fosse rimasta questa la qualità dei film romantici!
      Purtroppo invece ora la qualità media è una fotografia “smarmellata” (per dirla alla Boris), una regia automatica (per me usano pure cineprese robotiche, tanto è tutto piatto), attori improvvisati, colori pastello ovunque e una sceneggiatura copia-e-incolla, identica per tutte le centinaia di romantichelli che sfornano ogni anno.
      Al confronto “Notting Hill” è da Premio Nobel.

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