Avendo trovato sorprendente e (è il caso di dirlo) gustosa la storia della pasta italiana, già affrontata qui, scoperto che nel dicembre 2022 Audible ha portato in audiolibro “Storia della pasta in dieci piatti. Dai tortellini alla carbonara” di Luca Cesari, presentato da Il Saggiatore in libreria nel 2021, non ho resistito a tuffarmici, armato di cucchiaio e forchetta.
A Gustavo La Volpe, con voce perfetta e intonazione guizzante, servono dieci ore per leggere questo delizioso viaggio alla scoperta di verità scomode e che, sono sicuro, avranno fatto infuriare tutti gli esperti di “cucina tradizionale”, cioè tutti gli italiani tranne me.
Tutti sanno quale sia l’amatriciana o la carbonara tradizionale, e difendono le ricette originali dagli attacchi dei barbari con i loro ingredienti alternativi. Il problema… è che è tutto falso!
Tutto ciò che noi chiamiamo “pasta” e che crediamo esistere dalla notte dei tempi è tutta roba nata ieri, nel Novecento: tutte le ricette tradizionali che noi siamo convinti affondino nelle radici stesse della storia del nostro Paese in realtà non esistevano prima del 1950: la grande tradizione italiana non ha neanche cento anni, eppure si agita e fa rumore come fosse millenaria!
Con una perizia da storico consumato, usando un linguaggio che troppo spesso neanche gli storici usano, Luca Cesari si avventura nel più ingrato e infame dei campi di battaglia – la “tradizione” (detta con rumori enfatici in sottofondo) – e dimostra, documenti alla mano, che sono tutte chiacchiere senza alcun fondamento. Ogni tanto gli italiani si sono inventati tradizioni inesistenti e le hanno venerate come secolari.
Con una spietatezza che ho trovato squisitamente crudele Cesari distrugge ogni fondamento di “cucina tradizionale”, raccontando con dovizia di particolari e aneddoti quello che non racconta mai nessuno, cioè le prove documentali. Non sono molte, ma esistono anche per la cucina, e parlano chiaro senza alcun dubbio: non esiste la cucina tradizionale, perché ognuno se l’è inventata per conto suo gridando poi se gli cambiano gli ingredienti.
Volete mettere l’ananas nell’amatriciana? Volete mettere la nutella nella carbonara? Mettetele, se vi piacciono, mangiate liberamente quello che vi pare perché non esiste alcuna tradizione: dati alla mano ci sono così tante “vere ricette originali” diverse fra di loro che parlare di “vera amatriciana” o “vera carbonara” è una barzelletta. L’unica cosa vera è la passione italiana per mentire a sé stessi e difendere quella bugia con la vita.
Se siete Alfieri della Tradizione, se pensate di sapere come si faccia quello o quell’altro piatto tradizionale, quello che “si fa così da sempre”, non è il libro che fa per voi, perché rischiate di scoprire che le vostre convinzioni sono aria fritta su un letto di niente. Documenti alla mano, riportando le parole dei grandi chef e studiosi culinari del passato, l’unica certezza è che non esiste alcuna certezza, né tradizione. Ognuno fa la pasta come cacchio gli pare e piace, com’è giusto che sia, quindi smettiamo di difendere tradizioni inventate ieri e mettiamoci a tavola in santa pace.
L.
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Il Moro
gennaio 23, 2023 at 9:34 am
Mi sa che mi hai convinto, devo ascoltarlo per poter prendere in giro il primo che si erge a difensore delle tradizioni, uno così lo trovi sempre!
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Lucius Etruscus
gennaio 23, 2023 at 9:53 am
Infatti nel libro si parla molto di questi Araldi della Tradizione, citandone esempi illustri i quali poi vengono regolarmente smontati, perché per ognuno che oggi dice “si fa così” se ne trovano dieci altrettanto autorevoli nel passato che dicono “si fa così”, e gli ingredienti non si assomigliano neanche da lontano!
Per ognuno che oggi dice “Mai la cipolla nell’amatriciana” se ne trova uno ieri che diceva “Sempre la cipolla nell’amatriciana”. Quindi ognuno usi gli ingredienti che gli piacciono di più e mangi in pace ^_^
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Celia
gennaio 23, 2023 at 1:09 PM
Per questo libro ci vuole una teca di cristallo con illuminazione elegante e soffusa da museo.
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Lucius Etruscus
gennaio 23, 2023 at 1:13 PM
Una copia va portata sempre in tasca, da usare ogni volta che si alza qualcuno a difendere la Vera Ricetta di qualsiasi piatto italiano 😛
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Celia
gennaio 23, 2023 at 1:17 PM
👌
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Kukuviza
gennaio 23, 2023 at 5:54 PM
ahhaah non avevano detto di tutto anche a Cracco perché non so che ingrediente aveva osato mettere nell’amatriciana?
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Lucius Etruscus
gennaio 23, 2023 at 6:18 PM
Il libro si apre proprio con quella dichiarazione di Cracco e sulla polemica che è esplosa ovunque, con tanto di Comune di Amatrice che ha ricordato la Vera Ricetta dell’amatriciana: peccato che esistano così tante Vere Ricette, con gli ingredienti più incredibili, che nessuno può dire nulla a Cracco. Così come il Comune di Amatrice non ha nulla per ergersi a Difensore della Tradizione, visto che non esistono prove che l’amatriciana si chiami così per un qualsiasi legame con Amatrice.
Purtroppo la culinaria è come ogni altra branca del sapere di cui si parla da noi: una cultura orale in cui si va per tifoseria, invece di controllare le fonti.
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Kukuviza
gennaio 23, 2023 at 6:30 PM
ahahahah, ma dai! ma veramente l’amatriciana non ha un vero legame con Amatrice? è pazzesca sta storia!
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Lucius Etruscus
gennaio 23, 2023 at 6:39 PM
Il problema è che tutti quelli che parlano di cucina in TV o al ristorante lo fanno a voce, non citando mai alcuna fonte, altrimenti dovrebbero dire che si sa talmente poco che semplicemente non esiste la tradizione culinaria italiana: ogni chef se l’è inventata di sana pianta fingendo fosse secolare. O dicendo “Mia nonna faceva così”: che prove abbiamo che la nonna facesse davvero così?
Per questo dico che è un libro deliziosamente crudele, perché distrugge anni di trasmissioni di cucina e di sedicenti Custodi della Tradizione che imperversano nei social: se invece di chiacchierare andassero a setacciare gli archivi, magari un giorno uscirebbe fuori un documento che per la prima volta dagli anni Cinquanta collegherebbe Amatrice all’amatriciana, legame esiste unicamente per via del nome omofono.
Nel libro vengono citati autorevoli esperti che nel Novecento hanno espresso il loro dotto parere sulla Tradizione, dicendo l’esatto contrario di ciò che noi oggi chiamiamo “tradizione”: ma insomma, chi è che fa ‘sta tradizione??? 😀
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