Quale modo migliore di chiudere l’anno se non con citazioni librarie, cine-scrittori, “libri falsi” e tanto ammmòre?
Lo scorso Natale, 25 dicembre 2021, Rai2 ha mandato in onda un romantichello natalizio che sarebbe stato perfetto per TV8, ma si sa che le due emittenti si litigano i filmetti dozzinali, in una gara in cui perdono tutti.
Si tratta di “Pagine d’amore a Natale” (Hope at Christmas, 2018) di Alex Wright, il solito copia-e-incolla privo di anima che ripete quanto già detto da qualsiasi altro filmetto romantichello senza aggiungere niente.
La protagonista X deve prendere una decisione importante nella propria vita, si scontra con il belloccio X, lo odia così poi lo potrà amare, ma lui ha un trauma da cui si sta riprendendo, ammmòre a raffica, personaggi di contorno che dicono cose inutili e fine.
Malgrado ogni fotogramma di questo inutile filmetto sia ricopiato di netto da ogni altro filmetto romantichello esistente, i crediti ci informano che addirittura è tratto da un romanzo: possibile esista un libro così inutile e vuoto da non avere alcuna differenza con un romantichello? Purtroppo sì, per quel poco che mi è capitato di leggerne, sono romanzi scritti pensando ai filmucoli in TV, rivolgendosi infatti allo stesso pubblico.
Questo film dunque è tratto da Hope at Christmas (2017) della prolifica autrice statunitense Nancy Naigle, che dispiace scoprire essere del tutto inedita in Italia: davvero un gran dispiacere…
Ma attenzione, perché è proprio da lei che arriva il gran divertimento di questo film…
La protagonista Sydney (Scottie Thompson) con sua figlia tornano al paesino natale, a Natale, e subito si infilano nella libreria “The Book Bea“, gestita da Bea Peabody (Colleen Winton). Non ho capito il nome scelto: “Il libro Bea”? Non sarebbe stato meglio “I libri di Bea”? Boh
La libreria è grandicella, ma ha una strana particolarità: c’è un libro dalla copertina rossa che ha il vizio di sbucare fuori in ogni dove. Nella foto qui in alto lo vedete impilato al centro, ma in pratica lo trovate in ogni inquadratura:
Ma insomma, perché in questa libreria spunta in continuazione questo libro? E perché la proprietaria, Bea in persona, lo consiglia caldamente ad un cliente ma senza citarne il titolo? L’arcano è presto svelato: è una sottilissima marchetta a Nancy Naigle, l’autrice del romanzo originale, che ipotizzo abbia pure messo qualche soldo in questo film.
Il romanzo in questione è “Christmas Joy” (2016), e in realtà lo si trova già nella prima inquadratura dell’interno della libreria, al fianco di un altro vero romanzo – “The Christmas Town” (2016) di Donna VanLiere – però meno visibile. Magari l’editore in quel caso ha pagato meno…
C’è poi un altro romanzo della Naigle che sbuca in ogni dove, anche se meno inquadrato…
Si tratta di “Pecan Pie and Deadly Lies” (2013). Per far capire che è lei a comandarsela in libreria, entrambi suoi libri li potete vedere alla cassa, fieri e spavaldi.
Non vi abbasta? E allora ecco la terza dose.
Malgrado gli occhi ipnotici da robot assassina di Sydney guardino altrove, la nostra protagonista sta sfogliando e leggiucchiando un altro romanzo della solita Naigle, “Until Tomorrow” (2017): quanti soldi ha messo la scrittrice per essere pubblicizzata in questo modo?
L’unico altro libro citato in questa “fornitissima” libreria è “The Christmas Road” di R.L. Watt, subito adorato dalla figlia della protagonista e più e più volte nominato e inquadrato… ma il problema è che non sono riuscito a trovare sue notizie. Che sia un libro falso a tradimento?
Arriviamo così al reparto pseudobiblia della libreria di Bea, nota perché sa sempre consigliare il libro giusto al lettore giusto. È lei infatti che consiglia caldamente alla protagonista “Mistletoe Mountain” di James M. Howell, romanzo che lei ovviamente adora sin da subito.
Mentre non sembra andare bene la relazione con Mac (Ryan Paevey), perché lui le ha nascosto parte del suo tristissimo passato e questo non va bene – tranquilli, fanno pace a fine film in due secondi – la nostra Sydney legge il romanzone d’ammmmòre seduta in poltrona, accanto alla stufa.
Curiosamente la nostra lettrice non aveva fatto caso alla terza di copertina, e solo una volta finito il romanzo scopre la foto e la biografia dell’autore:
Dalla foto Sydney riconosce Mac, così chiamato come diminutivo del secondo nome MacLaren, e qui l’ammmòre schioppetta nel camino. Curioso che nella vicenda non venga sottolineato come Howell, leggiamo nella biografia, sia un «amante delle attività all’aria aperta» (avid ourdoorsman, grazie Vasquez!), e un «creatore di gioielli» (jewellery maker). Temo che qualcuno si sia divertito a scrivere una biografia ridicola, tanto è inquadrata per un paio di fotogrammi.
Un film ridicolo un pochino più del solito, ma almeno è irresistibile per le vergognose marchette a favore della romanziera originale.
L.
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zoon
dicembre 31, 2021 at 9:17 am
Buon anno, ragazzo 👍
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Lucius Etruscus
dicembre 31, 2021 at 9:24 am
Ti ringrazio e contraccambio 😉
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Kukuviza
gennaio 4, 2022 at 12:17 PM
Almeno un romantichello libresco che mostra dei libri! Ma La Nancy Naigle sarà anche produttrice,vista la massiccia sua presenza?
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Lucius Etruscus
gennaio 4, 2022 at 1:00 PM
Il sospetto c’è, o magari il produttore del film è suo marito o suo amico, chissà.
Comunque anche in questo caso nessuno viene mostrato nell’atto di leggere, se non una bambina. Temo che questi romantichelli librari diano un pessimo esempio 😛
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