La nostra amica Vasquez è leggerissimamente appassionata della serie TV “The X-Files” e, scherzando con lei, ho fatto un commento frizzante di troppo sulla celebre serie – che notoriamente non ho mai amato – e per pagare pegno ho accettato di vedere alcuni episodi particolarmente “pseudobiblici”, scoprendo tali e tante chicche che devo per forza lanciare la rubrica “The X-Lucius“!
Ecco, a puntate, i “casi X” che Vasquez mi ha sottoposto.
“Esperimenti genetici”
(1×11, 10 dicembre 1993
In Italia: 13 luglio 1994)
Mentre studio episodi singoli consigliati da Vasquez intanto sto anche guardando in ordine la prima stagione della serie, non riuscendo proprio a capire come diavolo abbia potuto riscuotere l’enorme successo che ha avuto, ma va be’, questo è un mio problema. Come dicevo anche a Sam Simon – lui più ordinato e più preciso nel presentare gli episodi in ordine – non mi piace in alcun modo questa prima stagione ma le tante chicche di cui ogni episodio è cosparso mi intrigano, così come la grande voglia citazionistica che palesemente muove Chris Carter.
Arrivato a questo undicesimo episodio, l’unico diretto dal più che prolifico regista televisivo Fred Gerber, suonano così tanti campanelli che devo per forza occuparmene subito. Perché qui la questione è seria e si aprono dei retroscena alla “vendetta” di Carter con l’aiuto di Cartwright. Ma andiamo con ordine.
Dopo aver buttato là vaghe citazioni di noti eventi paranormali che non c’entrano una mazza con la trama – come al solito – gli sceneggiatori Kenneth Biller (che in seguito curerà il mio amato “Star Trek: Voyager“) e Chris Brancato (che tornerà a parlare di donne modificate geneticamente con Species II) focalizzano l’attenzione sulla moralmente eccepibile missione della dottoressa Sally Kendrick, interpretata da quella Harriet Harris che all’epoca era chiamata sempre a fare ruoli da cattiva, anche nelle serie comiche.
La Kendrick è stata cacciata da una clinica solo perché portava avanti segretamente esperimenti di eugenetica: e che sarà mai? Quest’amabile signora ha portato avanti un esperimento nato negli anni Cinquanta, il Progetto Litchfield, che sforna ragazzini tutti uguali: i maschietti si chiamano tutti Adamo e le femminucce tutte Eva. Era stato decisamente più originale Ira Levin, che nel 1976 aveva raccontato un esperimento simile ma che sfornava solo ragazzini, e tutti di nome Hitler…
Mulder e Scully vanno in una specie di manicomio per esperimenti genetici venuti male (o almeno così l’ho capita io) e trovano la dottoressa pazzerella – in realtà nata anche lei da quell’esperimento e precedentemente nota come Eva 6 – che fornisce loro queste informazioni, svelando che Eva 7 è fuggita quand’era ancora ragazzina mentre Eva 8 è scappata dieci anni prima: perché queste informazioni? Ipotizzo per futuri ipotetici utilizzi di questi “ganci narrativi” lasciati a penzolare. Comunque poi la storia passa a raccontare gli sforzi dei nostri due eroi nel gestire le piccole pesti Eva 9 ed Eva 10, che seguendo la stramba concezione americana sono geneticamente super-intelligenti e quindi cattive. In pratica bastarde a livello genetico.
Quello che mi preme qui rimarcare… è come allora sia stato Chris Carter a lanciare la prima pietra!
Il 18 gennaio 1991 esce nei cinema americani “Eve of Destruction” (che in Italia avrà lo stupido titolo Priorità assoluta), dove il britannico Duncan Gibbins nella doppia veste di regista e sceneggiatore racconta dell’eroe d’azione Gregory Hines che deve risolvere una brutta situazione: la dottoressa Eve Simmons all’interno di un progetto segreto di creazione di donne robotiche a lei identiche se ne è fatta scappare una. Indovinate come si chiama questa terminatrix, questa donna artificiale di rosso vestita con abilità di sterminio? Eva 8.
Nel 1993 il grande incendio che devasta la California meridionale colpisce anche la casa di Gibbins, che per fortuna riesce ad uscirne in tempo. Poi però si accorge che il suo gatto è rimasto dentro e si lancia in un gesto d’eroismo: il gatto è stato trovato giorni dopo, vivo, ma Duncan Gibbins muore all’età di 41 anni, nell’incendio della sua casa. La notizia deve aver scosso quel piccolo ambiente degli autori hollywoodiani, e a dicembre di quell’anno esce questo episodio di “X-Files”, praticamente identico: solo che invece di donne-robot abbiamo donne-clone. Episodio che si chiude con il ritorno della pericolosa Eva 8.
Tre anni dopo Joss Whedon inizia il suo Vietnam, che è come lui stesso ha definito la lavorazione di Alien Resurrection (1997) al giornalista Jim Kozak nel 2005, e deve trovare un modo per far tornare Ripley che è morta nel terzo film: che ti inventi? Mi piace immaginare Whedon che mentre pensa a una soluzione accende la TV e vede questo episodio di “X-Files”, prodotto dalla stessa Fox del quarto film alieno: visto che nessuno potrà lamentarsi se si scopiazza nella stessa casa, perché non rubare l’idea di Carter? Ecco che nasce Ripley 8, donna clonata con attitudine allo sterminio e predilezione per le battutacce. («Pensavo fossi morta» «Me lo dicono spesso».)
Come ci spiega il geografo-filosofo Franco Farinelli, la mappa precede sempre il territorio, l’immagine viene sempre prima del reale, la narrativa anticipa sempre la realtà: il 28 gennaio 1997 Joss Whedon deposita i diritti della sua sceneggiatura di Alien, la clonazione, il 22 febbraio 1997 – un mese DOPO – gli scienziati annunciano al mondo che una pecora di nome Dolly è stata clonata. Indovinate che numero di esperimento era quello di Dolly? Bravi. Dopo Eva 8 di Gibbins, Eva 8 di Carter e Ripley 8 di Whedon, arriva Dolly 8.
Quando nel novembre 1997 il quarto film alieno esce al cinema Chris Carter è lì in sala, a masticare amaro: come osa ’sto regazzino rubare un personaggio di “X-Files” così platealmente? Manco il numero ha cambiato! Come abbiamo visto, arrivato a casa telefona a Veronica Cartwright, la storica nemica di Sigourney Weaver, e le piazza la proposta-bomba: altro che numeri 8, tu sarai la numero 1!
Mentre scarrozzano in giro le pestifere gemelle, Mulder e Scully finiscono in una sala giochi, una ghiotta occasione per dare un’occhiata ai cabinati più in voga nel Canada del 1993. Essendo io totalmente digiuno dell’argomento, mi limito a segnalarvi la relativa pagina di Wikipedia.

L’immancabile Ms. Pac-Man (1981) della Midway Games, regina delle sale giochi

Il baskettoso Arch Rivals (1989) della Midway Games

Narc (1988) della Williams Electronics
Ringrazio Vasquez per il contagio memetico e ricordo che l’amico SamSimon sta recensendo tutti gli episodi di “X-Files”.
L.
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cinziablackgore
settembre 17, 2021 at 8:39 am
Ma quanto mi piacciono i tuoi articoli! io ho amato X-Files ma tutte queste curiosità e tutti i buchi nella trama mica li avevo mai notati sai? Sì che ero una bambina… Star Trek Voyager io lo adoravo! Il personaggio del Dottore era quello che preferivo in assoluto, avrebbero dovuto fare più episodi con lui protagonista!
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Lucius Etruscus
settembre 17, 2021 at 8:45 am
Ti ringrazio e perfettamente d’accordo: una serie spin-off con il Dottore protagonista sarebbe stata un sogno, e per me avrebbe fatto il botto di pubblico! Purtroppo non è andata così.
Ormai sono inchiodato con “X-Files” sebbene sia un suo forte critico, e la spinta a vederne sempre di più è inarrestabile 😛
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cinziablackgore
settembre 17, 2021 at 9:23 am
Attento, X-Files è come una droga: cattiva e pericolosa! 😁😂🤣
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Lucius Etruscus
settembre 17, 2021 at 9:30 am
Io però NON voglio credere! 😀
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cinziablackgore
settembre 17, 2021 at 10:22 am
Ma DEVI…! 😂🤣🤣
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Sam Simon
settembre 17, 2021 at 9:41 am
Pure il ritaglio del Radiocorriere TV! Bello! Comunque curioso che alla fine tutti optassero per il clone numero 8, forse ci sono delle indagini di mercato che non conosciamo che suggeriscono che l’8 sia più credibile del 7 o del 9? X–D
Parlo di indagini di mercato perché ormai i film li fanno così, già ho cominciato a immaginare, tra le altre cose, il nostro amico Villeneuve che fa fare questionari su questionari su come fare gli occhi dei Fremen nel nuovo Dune (che non sono più tutti azzurri come nei libri e nel film di Lynch: evidentemente il mercato vuole altro)!
In ogni caso, sai che Alien Resurrection l’ho rimosso talmente tanto che non ricordavo che Whedon fosse dietro (o sotto) quella roba? Ho vaghi ricordi di quel film…
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Lucius Etruscus
settembre 17, 2021 at 9:49 am
Villeneuve è un fenomenale autore di screensaver, quindi una volta capito quale texture mettere – deserti, paesaggi campestri, cieli stellati – il resto va da solo. Un giorno gli hanno chiesto come sceglie le sue sceneggiature, e ha risposto “Cos’è una sceneggiatura?” 😀
All’epoca “Alien Resurrection” non era un buon film, è stato un flop perché era troppo “diverso”, sabotato come al solito dalla Weaver che è andata a scegliere un “regista d’essai” perché voleva far vedere che mica è roba volgare da sfigati, è un film d’autore.
Però per fortuna tutti i film alieni successivi sono talmente brutti che il quarto Alien è assolutamente da rivalutare. Nel 2017 ho visto al cinema quello sterco fumante di “Alien Covenant” poi la sera Rai4 trasmetteva “Alien, la clonazione”: mi è sembrato di una bellezza enorme!! 😀
Joss Whedon è stato chiamato a ricucire la sceneggiatura che lui stesso aveva scritto, e ha dovuto massacrare per dar retta alla Weaver e alla produzione, e tutto quello che non gli è stato fatto fare per quel film… l’ha riciclato tutto nella serie “Firefly”, che usa in pratica gli stessi personaggi di “Alien Resurrection” ma trattati come Whedon comanda!
E poi ricorda che X-Files e Alien sono tutti della Fox, quindi le scopiazzate a vicenda si sprecano! ^_^
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Kukuviza
settembre 17, 2021 at 10:18 am
Quando vedo Veronica Cartwright ho sempre paura! Mi inquieta alla grandissima! E le gemelle inquietantissime.
Non sapevo mica che la pecora Dolly avesse anche il numero 8, lo scopro ora dopo trentanni quasi. Il cabinato del biliardo, pazzesco. Ha una consolle particolare.
Che tristezza per il povero Duncan Gibbins!
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Lucius Etruscus
settembre 17, 2021 at 10:27 am
Io da anni ogni tanto scopro qualche mattoncino in più nel muro citazionistico delle donne artificiali numero 8 che attraversa tutti gli anni Novanta: un giorno sapremo TUTTA la verità, che è la fuori… però è sbagliata 😀
Veronica ha uno sguardo stranissimo, sembra sorridere ma in realtà è inquietantissima!
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Vasquez
settembre 17, 2021 at 11:37 am
Chris Carter: il profeta del numero 8, che poi è il simbolo dell’infinito messo in piedi… quindi ci saranno infiniti cloni di queste Donne n.8? Chi può dirlo? Solo “X-Lucius” lo sa! Su Rieducational Channel! 😀
Va be’ mi sono fatta prendere la mano, ma questi tuoi post sono troppo divertenti!
Sui primi episodi (anzi, tranne poche eccezioni, sulle prime due stagioni) siamo assolutamente d’accordo: sono le puntate che riguardo meno spesso: mi “pesano”, non so come spiegarlo meglio.
Davvero, ci sarebbe da chiedersi come sia stato possibile il successo planetario della serie, con due stagioni iniziali così. Però intrigava da morire, o forse ci avevano ipnotizzato, o forse ci inviavano messaggi subliminari via tubo catodico…uhm…sarebbe da aprirci un X-Files 😛
Ma, per citare Scully che vuole incoraggiare Mulder a dare credito a Doggett: “Fidati, ne vale la pena Mulder.”
Ad esempio nella puntata 4×12 “Rigenerazione”, troviamo Paul McCrane a cui succedono “cose” quasi più raccapriccianti di quello che gli accade in “Robocop”…
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Lucius Etruscus
settembre 17, 2021 at 12:43 PM
Ah, in modo subdolo mi hai appena consigliato un nuovo episodio: la lista si allunga! ^_^
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Vasquez
settembre 17, 2021 at 12:56 PM
In modo subdolo? Ma chi? Io?!? Naaa… appena appena velato dai… 😛
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Lucius Etruscus
settembre 17, 2021 at 1:05 PM
ti chiamerò Lone Gunwoman 😀
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