Nel 2021 si festeggiano sia i 90 anni del film Dracula (1931) con Bela Lugosi, sia i 35 anni della sua prima apparizione in lingua italiana (il 20 aprile sul mio blog Il Zinefilo), e per l’occasione ho iniziato un viaggio tra i fumetti di “Zagor“, storico eroe della Bonelli che fra i suoi nemici ricorrenti può annoverare Bela Rakosi, un chiaro omaggio tanto al citato film quanto all’attore.
Come abbiamo visto, nel 1981 nella casa di un dottore ungherese il nostro Zagor trova alcuni antichi libri sul vampirismo, fra cui il “De masticatione mortuorum” (anche se lo scrivono con la “z” invece che la “t”) attribuito erroneamente al prete benedettino Augustin Don Calmet. Chissà, forse qualche lettore avrà scritto alla Bonelli facendo notare che Calmet non ha scritto quel celebre trattato, così al momento di tornare a parlare del barone Rakosi c’è stato il desiderio di “rettificare“.
Come racconto oggi sul blog “Fumetti Etruschi“, nel 1998 Zagor torna ad affrontare i vampiri e il barone Rakosi, purtroppo con la sceneggiatura farraginosa di Mauro Boselli, autore che proprio non sopporto. Di sicuro Boselli è uno che si informa, e parecchio – anche troppo! – quindi nella secchiata di nomi e ricostruzioni storiche non poteva certo consentire quella “leggerezza” compiuta nel 1981.
Ecco così che in questa nuova biblioteca dell’occulto i nostri eroi trovano “Trattato sui vampiri e le apparizioni di Ungheria e Moravia“, questo sì di Calmet (Traité sur les apparitions des anges, des démons et des esprits et sur les revenants, et vampires de Hongrie, de Bohème, de Moravie et de Silésie, 1746).
Sistemata questa “falla”, Boselli può lanciarsi nel far leggere a Zagor e Cico tanti altri ghiotti testi vampirici:
- “De incorruptione cadaverum” (1665), di di Théophile Raynaud, scritto in occasione del ritrovamento di un corpo mummificato a Carpentras;
- “Dissertazione sopra i vampiri” (1739), di Giuseppe Davanzati, «che circolò manoscritta durante la sua vita e venne molto apprezzata anche da papa Benedetto XIV, a cui Davanzati inviò una copia nel 1743» (fonte: Wiki);
- “Histoire des vampires” (1820), di Jacques Collin De Plancy, «sommo filosofo del sapere proibito», nelle parole di Aleister Crowley (fonte: Wiki).
Con un testo vampirico per ogni secolo, Boselli copre trecento anni di questo studio e si assicura di fornire alla biblioteca in questione solo libri esistenti. Personalmente preferisco quando gli autori si divertono a creare “libri falsi” o ad usare pseudobiblia di altri.
L.
Il Moro
aprile 16, 2021 at 9:29 am
Boselli è un autore enciclopedico che Castelli levati proprio… e infatti spesso esagera!
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Lucius Etruscus
aprile 16, 2021 at 9:30 am
Non poteva lasciare quell’errore impunito 😛
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Obsidian M.
aprile 16, 2021 at 12:32 PM
Citare libri falsi è preferibile anche perché chi lo deve fare si deve impegnare di meno….
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Lucius Etruscus
aprile 16, 2021 at 12:40 PM
Se però deve citare libri falsi esistenti – come facevano gli amici scrittori di “Weird Tales” – devi stare attento perché poi il vero autore del libro falso potrebbe offendersi 😀
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