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Febbraio 2019: il mese del doppio

04 Feb

«All’altro, a Borges, accadono le cose. […] Non so chi dei due scrive questa pagina.»
Jorges Luis Borges, Borges e io (da L’Artefice, 1960; Adelphi 1999)

Devo assolutamente pubblicizzare l’iniziativa di Federica Leonardi che, dal blog Pensieri pericolosi, ha deciso di dedicare il mese di febbraio 2019 a leggere storie del “doppio”.
In realtà Federica ha aggiunto anche lo “strano”, intendendo il genere weird, Se non avete ancora deciso quali libri leggere questo mese, perché non dedicare almeno una lettura al mitico tema del doppelgänger, l’altro da sé?

Per omaggiare questa lodevole iniziativa di Federica non posso far altro che andare a trovare il Maestro di color che leggono, il poeta di Buenos Aires: Jorge Luis Borges, che in tutta la sua lunga carriera letteraria ha sempre studiato il doppio, in ogni sua forma. «L’uomo che si crede un’immagine, il riflesso che si crede vero»: ecco due dei più amati temi del Maestro.

«Presi la penna assicurata alla scrivania, la bagnai nel calamaio di bronzo, e quando la inclinai sul libro aperto accadde la prima delle molte sorprese che mi avrebbe offerto quella notte. Il mio nome, Jorge Luis Borges, era già stato scritto, e l’inchiostro era ancora fresco. Il padrone mi disse: — Credevo che lei fosse già salito.
Poi mi guardò bene e si corresse: — Mi scusi, signore. L’altro le assomiglia molto, ma lei e più giovane.»

Con queste parole, nel 1977 Borges chiude in un racconto un sogno in cui l’altro da sé, un Borges più anziano e più disincantato, gli anticipa la data in cui morirà, la quale dà il titolo al racconto stesso: 25 agosto 1983. Visto che il poeta è morto il 14 giugno 1986, diciamo che l’Altro non è stato onesto: quando mai i nostri doppi lo sono?

Borges più e più volte fece apparire Altri da sé nella sua opera, e nel 1964 intitolò L’Altro, lo stesso (El otro, el mismo) una delle sue raccolte poetiche preferite, in cui c’è Junín (1966):

«Sono io ma anche l’altro, sono il morto,
L’altro ch’è del mio sangue ed ha il mio nome»

Così poi immaginerà il suicidio di Francisco López Merino, amico della famiglia Borges, nella poesia 20 maggio 1928 (da Elogio dell’ombra, 1969):

«Scenderà nel bagno; sul pavimento a scacchi l’acqua cancellerà presto il sangue. Lo specchio lo attende.
Si ravvierà i capelli, rifarà il nodo della cravatta (è stato sempre un po’ dandy, come si addice a un giovane poeta) e cercherà d’immaginare che sia l’altro, quello del vetro, a eseguire gli atti e che egli, il suo doppio, li ripeta. La mano non gli tremerà quando si compirà l’ultimo. Docilmente, magicamente, avrà già poggiato l’arma contro la tempia.»

Nel maggio del 1977 Borges è a Roma per vedere il suo editore italiano Franco Maria Ricci – il creatore della meravigliosa e ultra-bibliofila collana “La Biblioteca di Babele” – e il 6 maggio nella hall dell’Hotel Gregoriana il giornalista Costanzo Costantini riesce a fare una delle interviste che saranno raccolte nel 2003 dalla casa romana Sovera Multimedia.
Ecco un passaggio di quell’intervista, in cui all’inizio Borges è ben disponibile ma poi, forse annoiato di ripetere sempre le stesse cose, comincia a rispondere a monosillabi…


Ne “L’altro”, lei cita “Il sosia” di Dostoevskij. Cosa pensa di Dostoevskij?

Come dico in quel racconto, Dostoevskij è il maestro russo che è penetrato più addentro di ogni altro nei labirinti dell’anima slava. Ma la teoria del doppio è molto più antica di Dostoevskij e del Sosia, di Nietzsche e del Viandante e la sua ombra, di Otto Rank e del Doppio.

A chi risale?

Il concetto del doppio è comune a molti popoli antichi. Esso è nato dai fratelli gemelli, dall’acqua, dallo specchio. È lecito pensare che la massima di Pitagora, Un amico è un altro io, o la massima di Socrate, Conosci te stesso, siano derivate da quell’antico concetto. Come dico nell’Epilogo del Libro di sabbia, uno dei primi appellativi del doppio era Alter ego. In Germania veniva chiamato Doppelgänger, il doppio che ci cammina accanto, che diventa poi l’idea di Jekyll e Hyde e poi ancora l’idea sulla pluralità dell’io, ossia che siamo noi stessi e siamo altri. In Inghilterra e in Scozia il suo nome è fetch, che significa colui che viene a prendere gli uomini per condurli alla morte. Incontrare se stessi è dunque di cattivo augurio.

Meglio soli che con se stessi, sarebbe il caso di dire. Ma ne “L’altro” lei incontra se stesso, o il suo “Alter ego”, senza morire.

L’altro è un racconto fantastico. Ma non sempre e non per tutti incontrare se stessi è di cattivo augurio. Per gli ebrei l’apparizione del doppio non era il presagio di una prossima morte. Era la certezza di aver raggiunto lo stato profetico, come spiega Gershom Scholem. Una tradizione raccolta dal Talmud racconta di un uomo che, cercando Dio, incontra se stesso. Ma sono molti gli autori che hanno trattato il tema del doppio.

Quali, ad esempio?

Stevenson, oltre che nel Dottor Jekyll e mister Hyde, lo tratta anche nella ballata tragica Ticonderoga. Lo hanno trattato Hawthorne, De Musset.

Nel “Doppio” Otto Rank cita Hoffmann, Baudelaire, Poe, Maupassant, Shelley, Goethe, Jean Paul. Dice che alcuni di questi scrittori avevano trattato il tema del doppio non solo nelle loro opere, come lei fa ne “L’altro”, ma avevano avuto essi stessi, personalmente, l’esperienza del doppio, come Maupassant, Goethe, Shelley, Jean Paul.

Queste sono cose note.

Ma prima di Otto Rank forse non lo erano. Otto Rank, delle opere in cui si verifica il fenomeno dell’apparizione del doppio, menziona le “Notti fiorentine” di Heine e il “Sosia” di Dostoevskij. Ricorda inoltre che nella poesia “L’apparizione” lo scrittore e poeta tedesco Adalbert von Chamisso vede lui stesso il suo doppio.

Il tema del doppio lo hanno trattato anche i pittori.

Quali pittori?

Ad esempio, Gabriele Rossetti, che nel quadro How they met themselves raffigura due amanti che incontrano se stessi nella penombra di un bosco.

Nel trattato “La Pittura”, Leon Battista Alberti dice che la pittura è nata da Narciso che si specchia alla fonte, ossia dalla sua immagine riflessa nell’acqua.

Leon Battista Alberti ha ragione.


Alberto Manguel, che è stato vicino a Borges negli ultimi anni e ci ha lasciato un meraviglioso memoriale (Con Borges, 2004; Adelphi 2005), ci informa che il Maestro amava il film Psycho perché lo considerava (nelle sue stesse parole) «una versione del mito del Doppelgänger, in cui l’assassino si trasforma nella madre, la persona che ha assassinato».

Chiudo con un brano del 1917 di Franz Kafka consigliato da Borges nella sua antologia Racconti brevi e straordinari – ma che trovate anche in “Tutti i racconti” (Oscar Mondadori 1970) a cura di Ervino Pocar – in cui il 34enne scrittore praghese racconta:

«Sancho Panza nelle ore del crepuscolo e della notte, nel corso degli anni e con l’aiuto di una gran quantità di romanzi cavallereschi e picareschi, riuscì tanto bene a stornare da sé il demonio – cui più tardi diede il nome di Don Chisciotte – che questi, abbandonato a se stesso, commise poi le imprese più strampalate»

Con Kafka che ipotizza come il Chisciotte sia solo il doppio di Sancho Panza, vi lascio alla scelta delle letture per febbraio. In questo post sono stati citati fior fiore di autori che hanno affrontato il tema del doppio: perché non ne leggete almeno uno, questo mese? Poi venitemelo a raccontare, e passate anche da Letture pericolose a condividere l’esperienza “doppia”:

Per finire, un’idea carina sarebbe fotografare il libro che avete scelto e condividerlo su instagramdove sono anch’io e dove trovate la mia biblioteca etrusca – e a questo punto pensiamo ad un tag: io proporrei #laltrolostesso ma sono aperto a suggerimenti.

L.

 
21 commenti

Pubblicato da su febbraio 4, 2019 in Uncategorized

 

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21 risposte a “Febbraio 2019: il mese del doppio

  1. Conte Gracula

    febbraio 4, 2019 at 8:56 am

    Idea carina… magari mi rileggo Il caso di Charles Dexter Ward, o Il golem.
    Se riuscirò a gestire il tempo 😛

    Piace a 2 people

     
    • Lucius Etruscus

      febbraio 4, 2019 at 8:57 am

      Ci sono cose più brevi ancora, tipo il celebre William Wilson 😉

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      • Conte Gracula

        febbraio 4, 2019 at 9:30 am

        Quelli che ho citato si leggono in un lampo, se la vita ti lascia in pace con le rogne 😛
        William Wilson non lo conosco.

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      • Lucius Etruscus

        febbraio 4, 2019 at 9:40 am

        E’ di Poe, un raccontino veloce veloce: credo sia il primo che ho letto dell’autore. Mi sa che mi sono fatto venire la voglia da solo di rileggerlo…
        E la vita è nota per regalare solo rogne 😀

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      • Conte Gracula

        febbraio 4, 2019 at 11:32 am

        Di Poe dovrei avere tutto. Appena finisco di rivoluzionare la libreria, dopo Pasqua, magari lo troverò XD

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      • Conte Gracula

        febbraio 4, 2019 at 11:32 am

        E scusa per l’uso sbagliato dei verbi, mi rifarò 😉

        Piace a 1 persona

         
  2. zoppaz (antonio zoppetti)

    febbraio 4, 2019 at 1:03 PM

    Meraviglia il tema del doppio! Fu il mio primo esame universitario, un esame di psicologia sul doppio in psicanalisi, nell’arte e nel mito… (di un certo Enzo Funari); Otto Rank era uno dei testi sacri, e si lavorava proprio sul “William Wilson” di Poe o sul film “Lo studente di Praga”
    https://it.wikipedia.org/wiki/Lo_studente_di_Praga_(film_1913).
    Ricordo che fu organizzata anche una conferenza a cui partecipò il mitico padre della psicanalisi Cesare Musatti poco prima di morire, che raccontò un aneddoto bellissimo: il caso di due gemelli buontemponi che amavano fare scherzi. Un giorno il primo si presentò da un barbiere sconosciuto e si fece tagliare i capelli, e poco dopo essere uscito si presentò l’altro, vestito ugualmente… il barbiere si sentì male! E da qui partì la sua spiegazione del perché il doppio sia “perturbante”.

    Piace a 2 people

     
    • Lucius Etruscus

      febbraio 4, 2019 at 1:37 PM

      ahaha povero barbiere ^_^
      Ora devo per forza rileggermi il William Wilson, dopo più di due decenni dalla prima lettura, e chissà che ci scappi lo studente di Praga…

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    • Obsidian M

      febbraio 4, 2019 at 8:22 PM

      Quello di Otto Rank è effettivamente un testo sacro che esplora il tema del doppio in tutte le sue sfaccettature: da Hoffmann a Maupassant, da Andersen a Wilde…. tutti nomi che non vengono mai in mente di primo acchito…

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  3. Federica

    febbraio 5, 2019 at 10:30 PM

    Post interessantissimo, e grazie per la menzione! Vedi che si impara sempre, Otto Rank non lo conoscevo, toccherà rimediare. C’è invece un bel romanzo che analizza l’ambivalenza del sogno e dell’incubo che ti consiglio – anche se credo tu l’abbia già letto – ed è L’altra parte di Kubin.

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    • Lucius Etruscus

      febbraio 6, 2019 at 5:55 am

      Grazie per la dritta, e questo è il bello del contagiarsi a vicenda: si scoprono un sacco di chicche ^_^

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  4. Kuku

    febbraio 6, 2019 at 9:49 am

    Quando avevo visto il film Enemy, ero andata a leggermi poi il libro di Saramago e non contenta anche quello di Dostojevski. Vediamo un po’ cosa potrei pescare dalla tua lista di suggerimenti, anche se non so se leggerò entro febbraio.

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    • Lucius Etruscus

      febbraio 6, 2019 at 10:13 am

      Oh, quindi sei sensibile ai suggerimenti: sarà mia cura dartene sempre di nuovi 😛

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      • Kuku

        febbraio 6, 2019 at 10:17 am

        Sì, sono decisamente sensibile. Ho già acquistato quel libro di cinema-economia.

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      • Lucius Etruscus

        febbraio 6, 2019 at 10:18 am

        Dài, che forza! Vedrai che è stuzzicantissimo e ti piacerà, ne sono sicuro 😉

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  5. Ivano Landi

    febbraio 8, 2019 at 8:17 am

    Bel post, Lucius! Non potrò partecipare all’iniziativa, ma un piccolo contributo posso offrirlo qui:
    Per esempio, ci starebbe bene anche la famosa frase di Rimbaud: “Io è un altro”.
    Mentre di Jean Paul, ricordato nel post, potrei citare: “Mi misi davanti allo specchio e dissi: Voglio vedere nello specchio che aspetto ho con gli occhi chiusi.”

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    • Lucius Etruscus

      febbraio 8, 2019 at 8:27 am

      Grazie dello splendido contributo, e non basterebbe certo un mese anche solo ad elencare tutti gli autori che hanno trattato questo tema 😉

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  6. Kuku

    febbraio 22, 2019 at 3:53 PM

    Ho partecipato all’iniziativa doppiesca però solo con un post filmico nel blog.

    Piace a 1 persona

     

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