Una volta il cinema italiano mostrava spesso e volentieri libri in video, perché le “pubblicità occulte” erano più che palesi. Come per esempio nel film “La poliziotta fa carriera” (1976) di Michele Massimo Tarantini, prodotto da quella Dania Film che alternava poliziotteschi duri e puri a commedie più leggere come questa, anche se sempre in ambito poliziesco.
Malgrado i personaggi siano diversi, è palese il richiamo al filone nato da “La poliziotta” (1974) di Steno con Mariangela Melato.
Protagonista è la giovane Gianna Amicucci (una splendida Edwige Fenech ventisettenne) che a forza di leggere romanzi gialli vuole diventare poliziotta. Ci riuscirà e sarà protagonista di almeno altri due titoli: La poliziotta della squadra del buon costume (1979) e La poliziotta a New York (1981), sempre di Tarantini.
Suo padre Alfredo (Francesco Mulé) si lamenta che la ragazza ne legge troppi, di questi romanzi “fuorvianti”, e se li ritrova pure fra le pentole. Infatti apre la credenza e vediamo subito una raccolta di numeri della collana “Il Giallo Mondadori“, fra cui bene in vista “Brigata anti-gang” (Brigade Anti-Gangs, 1965) di Auguste Le Breton, n. 1085 della collana (16 novembre 1969).
I titoli citati da papà Alfredo sono pseudobiblia misti a titoli veri: eccone qualche esempio.
- “La morta tagliata a fette”
- “L’assassino nel gabinetto del ferry boat”
- “Sinfonia funebre”
- “Non aprite la porta”
- Chiudi ‘a finestra…
Ah no, l’ultimo era una richiesta perché faceva freddo!
Fra i “libri falsi” citati ce n’è uno inquadrato, anche se per pochissimi fotogrammi e molto sfocato, quindi è un libro vero. Mi sono dovuto sfogliare le copertine di tutti i numeri della collana “I Classici del Giallo Mondadori” dell’epoca per beccare “Sinfonia funebre” (The Broken Vase, 1941), uno dei rari romanzi di Rex Stout senza Nero Wolfe, n. 141 della collana (20 giugno 1972).
Un altro libro inquadrato, per ancora meno fotogrammi, dimostra l’autenticità del libro che sembrava più falso di tutti: “Non aprire la porta!” (Don’t Oper the Door!, 1969) di Ursula Curtiss, n. 1288 della collana “Il Giallo Mondadori” (7 ottobre 1973).
Da notare infine che per qualche istante papà Alfredo tiene in mano anche un numero della collana “I Libri Neri” Mondadori, brevissimo esperimento di riportare in auge il noir: durò solo 15 numeri, fra il 1961 e il ’62.
L.
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Ivano Landi
Maggio 1, 2017 at 8:05 am
Però, che lavoro certosino hai fatto!
Grazie anche per avermi fatto ricordare “La poliziotta”, film che non vedo dal lontano 1974 e che adesso ho intenzione di riguardarmi presto 🙂
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Lucius Etruscus
Maggio 1, 2017 at 8:12 am
Per la mia rubrica zinefila del venerdì pomeriggio sto “ripassando” questi italiani d’annata, trovando chicche niente male: quando il product placement riguardava anche i libri! 😉
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cumbrugliume
Maggio 1, 2017 at 8:29 am
Complimenti! Ci vuole un certo impegno per guardare un film con la Fenech al massimo del suo splendore e riuscire a concentrarsi (anche?) sui fotogrammi in cui compaiono i Gialli Mondadori 😉
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Lucius Etruscus
Maggio 1, 2017 at 8:31 am
Il bibliofilo che è in me è stuzzicato anche da queste cose 😛
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Cassidy
Maggio 1, 2017 at 9:32 am
Alla faccia di chi pensa che il “product placement” sia un invenzione americana degli ultimi dieci anni, nemmeno la Fenech ti distrae dalla tua missione bibliofila 😉 Cheers
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Lucius Etruscus
Maggio 1, 2017 at 9:33 am
I film italiani anni ’70-’80 sono uno spot pubblicitario a cielo aperto: la trama era solo una scusa per mostrare sigarette, amari e whisky… ma anche libri ^_^
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clementina daniela sanguanini
Maggio 2, 2017 at 7:56 am
Ma fantastico! Mai avrei creduto che quei film pubblicizzassero libri ; -) Complimenti e grazie ancora per la tua bellissima ricerca!
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Lucius Etruscus
Maggio 2, 2017 at 7:59 am
Anche io non lo credevo possibile, invece le pubblicità librarie erano molto presenti all’epoca.
Se non l’hai visto, ti segnalo un film coetaneo di questo, addirittura con Tomas Milian!
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