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[Books in Movies] Squadra volante (1974)

02 Feb
Tomas Milian con coppola e sigaro, nell'epoca pre-Amendola

Tomas Milian con coppola e sigaro, nell’epoca pre-Amendola

Negli anni Settanta il rutilante e prolifico cinema italiano conquistava il mondo e non aveva il fardello di limitazioni che l’avrebbero completamente azzerato negli decenni successivi. Per esempio si usava tranquillamente la tecnica che quelli bravi chiamano Product Placement: invece di fare i puri di cuore e fare finta che i film non siano una vetrina per vendere prodotti, si mostravano allegramente marchi e loghi – quasi sempre famosissimi – ottenendo giusti compensi.
Pensate ad un qualsiasi film italiano anni Settanta… e ci troverete almeno una bottiglia di whisky J&B o un pacchetto di Marlboro in bella vista.

Questo garantiva alla produzione qualche soldo in più e non doveva andare a bussare al Ministero della Cultura: oggi questa usanza è vietata, e così si attinge al denaro pubblico per sovvenzionare ogni tipo di film italiano, in quanto considerato di interesse pubblico, anche se parla di un supereroe di borgata. Se permettete, preferivo quando c’erano le marchette in vista….

Entrate pure, che abbiamo marchette librarie in vista!

Entrate pure, che abbiamo marchette librarie in vista!

Per puro caso mi è capitato sotto gli occhi una scena del film “Squadra volante” (1974) di Stelvio Massi, con il “giovane” (41 anni) attore cubano Tomas Milian che inizia la sua carriera nel poliziottesco italiano, prima serio poi parodistico. Per farvi capire quanto sia ad inizio carriera, vi dico che Milian non è doppiato ancora da Ferruccio Amendola!

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Si parte con libro stampato fresco fresco dalla Vallardi

Nei primissimi minuti di film Ravelli (Milian) entra in una libreria e inizia una sequenza di marchette niente male. Come si vede qua sopra, si parte con un primissimo piano di un libro di favole targato Vallardi.
In quel 1974 la casa editrice aveva appena stampato Petzi, nome dati da alcuni paesi europei al posto dell’originale Rasmus Klump, personaggio nato nel 1951 dai danesi Carla e Vilhelm Hansen. Come si vede dalla foto, questa marchetta è dedicata al secondo libro della serie, Petzi nel paese del sonno, e poi alla cassa paga 1.200 lire… Se bisogna fare una marchetta, diciamo pure il prezzo, no?

Qualcosa mi dice che la Garzanti ha messo qualche soldo nel film...

Qualcosa mi dice che la Garzanti ha messo qualche soldo nel film…

«Ma le piacciono davvero le favole?» chiede la bionda commessa della minuscola libreria in cui è entrato Ravelli.

Sì, mi sa proprio che la Garzanti ci ha messo lo zampino...

Sì, mi sa proprio che la Garzanti ci ha messo lo zampino…

«Adesso sto leggendone una dove la principessa viene trucidata dal bandito» è la risposta di Ravelli, così tanto per giustificare – con una nota criminale – l’inserimento di tutta questa sequenza in una storia nera.

Guarda caso, c'è un libro Garzanti fuori posto...

Guarda caso, c’è un libro Garzanti fuori posto…

«E che succede al bandito?» chiede curiosa la commessa.
«Non lo so, ancora non l’ho finito.»

Non riesco a leggere i titoli... ma quel libro lì sulla sinistra mi sa che parla del nazismo!

Non riesco a leggere i titoli… ma quel libro lì sulla sinistra mi sa che parla di nazismo!

Come dicevo, l’intera scena è del tutto inutile: serve solo a lanciare l’Enciclopedia dell’Arte Garzanti, ancora oggi presente nelle Garzantine e nata proprio nel 1973.

Onestamente io preferisco di gran lunga questi brevi “siparietti pubblicitari” che un film in cui ad un certo punto, senza alcun motivo, inquadri un monumento e snoccioli pillole di storia italiana per beccarsi i soldi pubblici in quanto “di interesse nazionale”.

L.

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9 commenti

Pubblicato da su febbraio 2, 2017 in Books in Movies

 

9 risposte a “[Books in Movies] Squadra volante (1974)

  1. Massimiliano Riccardi

    febbraio 2, 2017 at 7:58 am

    Alla grande Lucius, molti film prelibati ma anche tante cagate dietro la dicitura film di interesse culturale, nazionale, triccheballacche ecc… Viva l’onesto marchettone e il cinema ruspante. Per il resto sono un modestissimo collezionista di poliziotteschi della prima ora, hanno segnato il passo e insegnato molto, la mia città, genova, ha fatto da scenario ad alcuni che sono delle chicche di quel genere.

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    • Lucius Etruscus

      febbraio 2, 2017 at 8:07 am

      Se per caso ti venisse in mente qualche altro caso di “marchette librarie” in questi film, fammi sapere ^_^
      Io li ho scoperti tardi ma ho visto che ci sono fior di saggi che li analizzano: evidentemente hanno molti fan 😉

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      • Massimiliano Riccardi

        febbraio 2, 2017 at 9:08 am

        Le più eclatanti erano quelle che hai citato tu, sigarette (belin, da morir dal ridere vedere il personaggio che quasi sbatteva in faccia alla cinepresa il pacchetto), whiskey, ma anche marche automobilistiche, di tutto un po’.

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      • Lucius Etruscus

        febbraio 2, 2017 at 9:17 am

        Ricordo una feroce polemica negli anni Novanta perché una fiction RAI mostrava il logo FS Ferrovie dello Stato, come se esistessero altri tipi di treni… Questo tipo di odio stupido, che preferisce pagare di tasca propria piuttosto che farlo fare a produttori che se lo possono permettere, ha fatto scomparire un intero stile cinematografico.
        Sono cresciuto con bottiglie di J&B e whisky vari sempre in bella vista e non bevo, sono cresciuto con sigarette ovunque e non fumo, sono cresciuto con marche di auto e per 20 anni ho guidato una Panda. Le pubblicità nascoste non fanno male, le opinioni dei benpensanti invece ci costano un mucchio di soldi…

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      • Massimiliano Riccardi

        febbraio 2, 2017 at 9:19 am

        Questo è vangelo. Quello vero, si paga per l’ipocrisia di altri.

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  2. Cassidy

    febbraio 2, 2017 at 8:06 am

    Per quanto spudorato fosse, sicuramente meglio della situazione attuale, dove i soldi che arrivano dal comune o dal ministero, non si aggiungono al budget già esistente, ma rappresentano il 100% del budget stesso. Risultato? Delle poverate però con benestare, rivoglio le bottiglie di J&B! Cheers

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    • Lucius Etruscus

      febbraio 2, 2017 at 8:11 am

      Il numero di filmucoli italiani che ogni anno si mangiano i nostra soldi – guadagnando nulla – è imbarazzante, eppure nei vari sistemi italiani per cercare soldi non si propone mai di abolire questo inutile spreco di soldi: meglio tagliare alla sanità ma avere ogni anno ben 7 film comici di Natale, che non rientrano neanche delle spese perché tanto paghiamo noi…

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