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[Un libro, una storia] Melissa

21 Nov

danilo-arona-melissa-parker-e-lincendio-perfettoIl 19 novembre scorso sul Corriere di Alessandria lo scrittore e studioso (e musicista!) Danilo Arona mi ha omaggiato citandomi in un suo articolo, un testo che riassume il suo intervento al Terzo Convegno sul Pensiero Magico tenutosi a Torino il 12 novembre 2016.
Forse qualcuno noterà che questo nome assomiglia a Daniele Arena, l’indagatore dell’occulto che affianca il mio Marlowe in due storie: il racconto Malanotte (2011) e il romanzo Le mani di Madian (2014). Non è ovviamente un caso: mi sono divertito a rielaborare Arona, e se Malanotte è proprio un omaggio dichiarato alla sua opera, ne Le mani di Madian – dalla trama “misteriosa” – mi serviva un personaggio che sapesse districarsi nel ricco mondo dell’occulto.

L’intervento di Arona – che vi invito a leggere – inizia analizzando la memetica, di cui ho già parlato in occasione del libro di Ianneo, del libro di Dawkins e di uno sfogo personale su una strana variante che gira tra social e youtuber, per poi passare al suo argomento più forte: Melissa.

Concedetemi, prima di raccontare per sommi capi la storia di Melissa, di spiegare chi è “costei” per me e per il mio lavoro. Si tratta, beneficiando della benevole concessione di un esperto amico che si chiama Lucius Etruscus, di un Meme personale.

Per ringraziarlo di avermi citato, mi sembra il minimo parlare di quando ho scoperto un suo libro molto particolare: Melissa Parker e l’incendio perfetto (Dino Audino Editore 2007).

Esattamente come i geni si replicano con errori e quindi nascono organismi anche molto diversi da basi invece identiche, così i memi cambiano durante la loro veloce evoluzione e nascono religioni, leggende, mitologie, superstizioni e tutto ciò a cui si crede al di là se sia la verità o meno. Possono sembrare credenze diverse di paese in paese, ma partono tutte dagli stessi memi… copiati poi con errori.
Così quando una ragazza muore in un incidente stradale e viene poi vista aggirarsi nella notte – alla stessa ora in cui è morta – in un’altra strada, chiedere se sia vero o meno non ha alcuna importanza: Melissa è nata, e l’urban legend può iniziare la sua infezione memetica.

Danilo Arona e Kôji Suzuki sono gli unici due autori che mi abbiano davvero fatto paura. Non parlo di brividi, non parlo di orrore o che altro: parlo proprio di paura. Parlo di svegliarti la notte alla stessa ora in cui è morta Melissa e sentirti prendere dal panico.
Ma è solo un libro, andiamo: è solo un caso che dopo averlo letto nel pomeriggio, ed averti colpito nel profondo, ti sembra di rivivere alcune sue parti. E poi ti chiedi: qual è la forma con cui si propagano le idee? Qual è un forte veicolo di infezione memetica? Un libro…

Arona, come dicevo, mette paura dando l’impressione di non esserne responsabile. La sua scrittura è quanto di più lontano da un “horror classico”, anzi non gli assomiglia nemmeno né vuole esserlo. Lui racconta una storia, lui racconta di un autore che ha scritto un libro su Melissa per poi rendersi conto che il background culturale a cui ha attinto… sta prendendo vita.
Una strizzata d’occhio al mitico Il seme della follia (1995) di John Carpenter fa sì che dal libro Melissa cammina nel buio vogliano trarne un film, con il rischio di contagio che si moltiplicherebbe. Ma questa è fiction, quella che vi sto raccontando è la trama… ma la fusione con la realtà, con Arona che scrive di Melissa, è talmente perfetta che destabilizza il lettore. A fine romanzo hai semplicemente letto un bel racconto, spesso frammentario, spesso con un stile ardito, a pur sempre un romanzo breve di 120 pagine che ti sembra volato via…
Poi però ti rendi conto che Melissa non ti uscirà più dalla testa, e ti chiedi: è stato Arona a scrivere il testo… o Melissa l’ha usato per moltiplicarsi?

Su YouTube è pieno di filmati da ogni parte del mondo di gente che, con il classico trucchetto del found footage e altre furbate simili, afferma di aver incontrato una ragazza aggirarsi confusa nella notte, una vittima di incidente che l’automobilista fa salire a bordo. E poi dell’automobilista non si sa più niente, o lo si ritrova morto sul ciglio della strada. Arona non ha inventato Melissa… è Melissa che si moltiplica mediante contagio memetico. Come la Sadako di Ring trasmetteva la sua rabbia negli audiovisivi, Melissa si trasmette sì… ma va all’origine: usa i virus mentali per diventare urban legend e spargersi di mente in mente.

Dopo aver letto questo romanzo mi sono ricordato di un fatto curioso. All’epoca ero pendolare e dovevo uscire molto presto la mattina… all’incirca all’ora in cui era morta Melissa. E una mattina, mentre in auto andavo alla stazione ferroviaria, mi capitò di vedere una donna ferma nella piazzola di una rotonda. A quell’ora spesso incontravo gente che portava a spasso il cane prima di andare a lavoro… ma non vidi cani quel giorno. La donna mi dava le spalle e stava immobile in una piazzola alberata.
Non vuol dire nulla, magari aveva un barboncino nano e dall’auto non l’ho visto, ma dopo aver letto Melissa ecco che la memoria cambia, che i ricordi si riscrivono e non ricordo più se fosse bionda come lei… e mi convinco che sì, era bionda. E mi convinco di aver visto Melissa e di essermi salvato solamente… perché ancora non ero stato contagiato da questo romanzo!
Ecco perché dico che Danilo Arona mette davvero paura, perché quando lo leggi non ti accorgi che ti sta iniettando sotto pelle paure ancestrali per miti antichi come l’umanità, che ti sta contagiando con idee che ti rimarranno per sempre… e cosa c’è di più pauroso delle idee?

L.

 
3 commenti

Pubblicato da su novembre 21, 2016 in Uncategorized

 

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3 risposte a “[Un libro, una storia] Melissa

  1. Cassidy

    novembre 21, 2016 at 10:55 am

    Un ottimo consiglio di lettura, vieni giustamente citato ovunque, anche su un giornale che è (quasi) delle mie parti 😉 Grazie per il consiglio e per la citazione! Cheers

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  2. theobsidianmirror

    novembre 21, 2016 at 8:47 PM

    Arona e Melissa sono ormai una sola, inscindibile cosa. Impossibile citare l’uno senza tirare in mezzo l’altro. Sapevo di Melissa per via delle “Cronache di Bassavilla”, ma questo frammento che tu citi qui mi era ignoto.
    Complimenti per la citazione sul quotidiano alessandrino che, tra lpaltro, avevo già letto nei giorni scorsi (evidentemente perché tu o Arona o entrambi lo avevate condiviso un po’ ovunque sui social). Immagino sia stata una gran soddisfazione….

    Piace a 1 persona

     
    • Lucius Etruscus

      novembre 21, 2016 at 8:54 PM

      Sì, l’ha postato Danilo in questi giorni su facebook. E’ stato davvero gentile e mi ha sorpreso: poteva benissimo omettermi, non sono certo “fonte” da citare, ma è una persona squisita oltre che grande amante dei contagi di idee: sia di quelli che attua che di quelli che subisce 😉

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